Giovani. Da Carpi a Medjugorje per il Mladifest 2025
Presente un gruppo dell'Unitalsi di Carpi. Il messaggio del Papa ai partecipanti: "Siete tutti membra del suo Corpo, che è la Chiesa: incontratevi, conoscetevi, condividete"
ph Paolo Carnevali
“Andremo alla casa del Signore!“ è il tema del 36° Mladifest, festival internazionale dei giovani che si è aperto a Medjugorje il 4 agosto e si concluderà venerdì 8 agosto (Sal 122, 1). Definito dagli organizzatori “ritiro spirituale per i giovani” e “incontro internazionale di preghiera dei giovani”, prevede un programma quotidiano molto denso per le decine di migliaia di giovani che sono arrivati per condividere momenti di preghiera, catechesi, testimonianze, celebrazioni e liturgie. A conclusione di questo evento una adorazione eucaristica e “l’invio alla missione” nella serata di giovedì, mentre l’ultima celebrazione eucaristica sarà venerdì mattina alle 5 sul Križevac, il colle a circa un chilometro da Medjugorje dove c’è la grande croce, che i ragazzi e le ragazze sono invitati a raggiungere in solitaria.
Per tutta la durata del “Mladifest” è prevista la traduzione simultanea in circa 20 lingue, tra cui il russo, l’ucraino, il coreano, l’arabo, il cinese mandarino e il cinese cantonese. I Paesi rappresentati all’incontro sono 71. “Esperienza stupenda!” è il commento di Paolo Carnevali, volontario dell’Unitalsi che partecipa al Mladifest con un gruppo di otto giovani e con l’assistente don Vianney Munyaruyenzin.
Il messaggio di Papa Leone XIV ai giovani del Mladfest
“Sulla strada della vita non si cammina mai da soli. Il nostro cammino è sempre intrecciato con quello di qualcun altro: siamo fatti per l’incontro, per camminare insieme e per scoprire insieme una meta comune”. Lo scrive il Papa, nel messaggio inviato ai partecipanti al 36° Festival dei Giovani a Medjugorje, (4- 8 agosto). “Nessuno cammina da solo”, ripete Leone XIV partendo da un pensiero di Sant’Agostino, che parla di giovani che nel cammino parlano tra loro e “accendendosi l’un l’altro formano un’unica fiamma”: “E quest’unica fiamma, nata da chi parlando comunica all’altro il fuoco di cui arde”. “Ci si incita a vicenda, ci si accende a vicenda”, il commento del Pontefice: “Le fiamme dei cuori si uniscono, e diventano un unico grande fuoco che illumina il cammino”. “Anche voi, giovani, non siete pellegrini solitari”, l’incoraggiamento ai protagonisti dell’incontro: “Questa strada verso il Signore si percorre insieme. È questa la bellezza della fede vissuta nella Chiesa. Attraverso gli incontri quotidiani, possiamo percorrere insieme il nostro pellegrinaggio verso la casa del Signore”.
“Nessun algoritmo potrà mai sostituire un abbraccio, uno sguardo, un vero incontro, né con Dio, né con i nostri amici, né con la nostra famiglia”. Prosegue il Papa, che nel messaggio ricorda che “viviamo in un mondo sempre più digitale, dove l’intelligenza artificiale e la tecnologia ci offrono mille opportunità”. Sull’esempio di Maria, che “ha intrapreso un viaggio faticoso per incontrare sua cugina Elisabetta”, Leone XIV incoraggia i giovani a “cercare incontri veri”: “Gioite insieme, e non abbiate paura di piangere con chi piange”, scrive parafrasando San Paolo. “Siete arrivati a Medjugorje da molte nazioni e forse vi sembra che la lingua o la cultura siano un ostacolo all’incontro: abbiate coraggio”, l’esortazione del Pontefice: “C’è un linguaggio più forte di ogni barriera, il linguaggio della fede, alimentato dall’amore di Dio. Siete tutti membra del suo Corpo, che è la Chiesa: incontratevi, conoscetevi, condividete. Solo così, camminando insieme, sostenendoci a vicenda, accendendoci l’un l’altro, arriveremo alla casa del Signore”.
“Che gioia sapere che siamo attesi nella casa del Padre, accolti dal suo amore e che non dobbiamo camminare da soli, ma insieme!”, scrive il Papa: “Lungo la strada, se qualcuno di voi sente in sé la chiamata a una vocazione speciale, alla vita consacrata o al sacerdozio, vi incoraggio a non avere paura di rispondere. Quell’invito, che sentite vibrare dentro, viene da Dio, che parla al nostro cuore. Ascoltatelo con fiducia: la parola del Signore, infatti, non solo ci rende davvero liberi e felici, ma ci realizza autenticamente come uomini e come cristiani”. per “diventare annunciatori di pace e di speranza”.