Pace.
Attualità, Chiesa
Pubblicato il Agosto 10, 2025

Pace. “Drammatico momento” l’appello del card. Zuppi alle comunità ecclesiali italiane

Utilizzare i formulari idonei per le messe "Per la pace e la giustizia" e "In tempo di guerra e di disordini" Don Giardina (Cei): “Dalla liturgia un impegno concreto per il mondo”

“Il drammatico momento di violenza, odio e morte a cui stiamo assistendo ci impegna a intensificare la preghiera per una ‘pace disarmata e disarmante’”. Con queste parole il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, si rivolge ai vescovi e alle comunità ecclesiali italiane, accogliendo il pressante appello di Papa Leone XIII a chiedere “al Re della pace di allontanare al più presto dall’umanità gli orrori e le lacrime della guerra”. La lettera, diffusa nei giorni scorsi, invita a utilizzare, nelle celebrazioni eucaristiche, i formulari “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” del Messale Romano, e a inserire nella Liturgia delle Ore particolari intenzioni per implorare dal Signore il dono della pace, organizzando momenti di preghiera e di adorazione nelle comunità. “Nell’attesa di ulteriori indicazioni per momenti da vivere coralmente nelle nostre Chiese – scrive – è bene che per le celebrazioni si richiamino i testi liturgici che la Chiesa ci affida, perché diventino supplica comune e perseverante”.

Estratto dalla lettera del card. Matteo Zuppi

«Il drammatico momento di violenza, odio e morte a cui stiamo assistendo ci impegna a intensificare la preghiera per una “pace disarmata e disarmante”. […] Tutte le nostre comunità sono invitate a chiedere al Re della pace di allontanare al più presto dall’umanità gli orrori e le lacrime della guerra
[…] È bene che per le celebrazioni dell’Eucaristia si utilizzino i formulari delle Messe “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” (Messale Romano pp. 894-896). Altresì, è auspicabile che nella Liturgia delle Ore si inseriscano particolari intenzioni per implorare dal Signore il dono della pace e che si organizzino momenti di preghiera e di adorazione».

La liturgia come respiro di speranza
Per don Alberto Giardina, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della liturgia, si tratta di un’indicazione che tocca il cuore stesso della vita ecclesiale. “La liturgia – spiega – non è estranea alla vita e alla storia degli uomini. La preghiera liturgica si innerva nelle vicende umane contemporanee, diventando il luogo in cui affidare a Dio le suppliche di pace, ma anche le richieste legate alla vita quotidiana di ciascuno”. Il direttore sottolinea come il Messale e la Liturgia delle Ore custodiscano parole di speranza per tutte le situazioni: “Il Messale non contiene solo le feste o le memorie dei santi, ma ci invita a pregare per ogni dimensione dell’esistenza: dalla sfera sacramentale a quella sociale e lavorativa. Richiamare i formulari per la pace significa riconoscere che la Chiesa, attraverso i suoi libri liturgici, ci consegna un patrimonio di preghiera che parla al presente e alimenta speranza”. L’invito di Zuppi a valorizzare la Liturgia delle Ore, osserva, è un’occasione per ricordare che “essa è la voce della Sposa che si rivolge allo Sposo con salmi, inni e cantici spirituali. In questo momento storico, la Sposa si rivolge con forza a Cristo Re e Signore della pace, per implorare che gli orrori della guerra siano allontanati dall’umanità”. Non solo per sacerdoti e religiosi: “Il Concilio e la riforma liturgica ci hanno riconsegnato la Liturgia delle Ore come preghiera dell’intera comunità cristiana. La riforma del Breviario andava in questa direzione: scandire il tempo con un respiro teologico che accompagna la giornata, dal mattino alla sera, dal lavoro al riposo. Si tratta di valorizzarla, inserendo intenzioni particolari per la pace alle Lodi o ai Vespri”.

Pace da pregare e da vivere
Molti fedeli partecipano alla Messa ma non alla Liturgia delle Ore, percepita come propria di sacerdoti e religiosi. L’appello del cardinale è un’occasione per rinnovare questa pratica comunitaria, unendo liturgia e impegno concreto: “La preghiera diventa un’occasione per riappacificare se stessi e, di conseguenza, il mondo intorno a noi. È un atto con cui presentiamo a Dio una preoccupazione che è di tutta l’umanità – afferma Giardina -: il desiderio della pace. Ma va sempre unita a un impegno concreto, che cominci dal piccolo della nostra vita quotidiana”. Zuppi, nella sua lettera, sottolinea che le comunità sono chiamate a un’attenzione costante, intrecciando liturgia e vita. Per il direttore, questo significa riconoscere che la pace non è un’idea astratta, ma una costruzione quotidiana che trova nella preghiera il suo respiro e nella carità il suo compimento. La liturgia ci educa a vivere in questa prospettiva: ci fa pregare insieme, ci ricorda che la speranza è più forte della paura, ci spinge a gesti concreti di riconciliazione e di fraternità. Pregare per la pace – conclude – non è un atto devoto tra i tanti, ma un’opera della Chiesa, un servizio al mondo, un modo di dire con la vita che il Vangelo è pace per tutti”.
Riccardo Benotti – Sir

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