Seminario. Si riparte da Loreto alla scuola del “sì” di Maria
Con il vescovo Erio pellegrini sul cammino Lauretano con sosta finale a Bertinoro e Forlì
Andrea Romoli
“È un ‘sì’ molto lungo quello di Maria, che ha tante ‘i’, che ha tante incognite. Non è semplicemente l’esito di un processo interiore (‘rimase turbata’, fece obiezione, venne rassicurata…) ma è l’inizio di un nuovo percorso. Maria non dice ‘sì’, ma dice un’espressione molto più impegnativa ‘avvenga per me secondo la tua parola’. Non sta chiudendo una decisione, la sta aprendo”. Sono queste alcune delle parole pronunciate dal nostro Vescovo Erio nell’omelia durante la messa presso la Santa Casa di Loreto in occasione del decimo anniversario della sua ordinazione episcopale e che ben si prestano per rinnovare anche il nostro “sì” al cammino che ci attende in questo nuovo anno in seminario.
La nuova ripartenza ci ha visti in cammino come pellegrini, dall’8 al 12 settembre, sulla via Lauretana, attraverso il tratto che da Camerino arriva a Loreto. Oltre a noi seminaristi e ai nostri formatori erano presenti come compagni di viaggio, oltre a don Erio, anche una bella novità inattesa: il diacono Massimo Cavazzuti con sua moglie Mirca, che da quest’anno faranno parte dell’equipe formativa del seminario, per ravvivare ancora di più lo “spirito di Nazareth” della nostra casa. “La casa di Nazareth non è solo la casa della disponibilità – il sì – ma è anche e soprattutto la casa della fedeltà.” Fedeltà di chi resta nonostante il terremoto, la distruzione, i ritardi della ricostruzione e i relativi disagi. Fedeltà di chi sceglie di rimanere a fianco della popolazione come segno di consolazione e speranza. È questa la testimonianza che ci hanno dato i padri cappuccini del convento di Renacavata, poco fuori da Camerino, che ci hanno ospitato la prima sera. La prima tappa del cammino, infatti, ci ha fatto prendere consapevolezza di quanto siano ancora profonde le ferite del terribile terremoto del 2016 in quella parte dell’entroterra marchigiano.
La Provvidenza non abbandona però mai i suoi figli e potrebbe essere questo un titolo azzeccato per descrivere la seconda e terza tappa che ci ha visti passare dapprima per Tolentino, proprio alla vigilia delle celebrazioni dell’agostiniano San Nicola (da Tolentino), e poi all’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra. Qui, dopo aver evitato un acquazzone (altro segno della Provvidenza!) e fatto amicizia con un cane “pastore” che ci ha accompagnato per buona parte della mattinata, siamo stati generosamente accolti da don Rino e don Alberto, che con la loro simpatia e buon umore ci hanno raccontato la storia del luogo e consegnato le loro preziose esperienze di vita. Dopo una sosta serale a Macerata, l’ultima tappa ci ha visto percorrere il tratto da Recanati a Loreto. Dal “colle dell’infinito” che ispirava a Leopardi il desiderio di un oltre in cui il “naufragar mi è dolce”, salvo poi arrendersi con pessimismo a una natura matrigna nemica della felicità dell’uomo, siamo infine giunti in quell’umile casa in cui il Verbo si è fatto carne. L’infinito ha abbracciato il finito e Dio ha scelto di venire ad abitare in mezzo a noi attraverso Cristo, nostra gioia, e il sì di Maria.
Sulla via del ritorno c’è stata la sosta giornaliera nella “Nazareth” del nostro Vescovo Erio, ovvero Bertinoro e Forlì. Molto interessante è stata la visita al museo interreligioso di Bertinoro in cui abbiamo approfondito le comuni radici abramitiche delle tre grandi religioni monoteistiche mondiali (cristianesimo, Islam, ebraismo), necessario e urgente punto di partenza per ricostruire dialoghi di pace pur nelle rispettive differenze. Dopo aver assaporato a pranzo alcune eccellenze enogastronomiche romagnole abbiamo infine concluso l’esperienza con la visita all’ex parrocchia forlivese di don Erio e all’Abbazia di San Mercuriale, santo patrono di Forlì, con tanto di immancabile rito dell’aperitivo in centro. Grati al Signore per questi giorni trascorsi insieme, con lo spirito di Nazareth, ci apprestiamo a ricominciare il nuovo anno in seminario. Il Signore ci conceda attraverso la sua intercessione di assaporare la bellezza del nostro sì detto per sempre, che ci permette -con il Suo aiuto – di attraversare tutte le incognite, i dolori e le gioie, e di rimanere nella Chiesa con la forza della Pentecoste. E come ci insegnava il nostro caro papa Francesco: non dimenticatevi di pregare per noi!