40° di presenza delle Suore Oblate a Carpi
Le Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima ricordano il 40° di presenza e servizio in Diocesi di Carpi. Martedì 7 ottobre, alle 18.30, in Cattedrale, il vescovo Erio Castellucci presiederà la Santa Messa per il loro anniversario
Da sinistra suor Daniela, suor Alfonsina, suor Teresa e suor Amata
Le Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima ricordano il 40° di presenza e servizio a Carpi e nella Diocesi. Domenica 5 ottobre, alle 13, nella canonica della Cattedrale, “pranzo dell’amicizia” (rivolto mensilmente in particolare alle persone sole e “fragili” della parrocchia) durante il quale ci sarà un momento di festa con le Suore Oblate.
Martedì 7 ottobre, memoria della Beata Vergine Maria del Rosario, alle 18.30, in Cattedrale, il vescovo Erio Castellucci presiederà la Santa Messa per il 40° di presenza delle Suore Oblate a Carpi. Saranno presenti la madre generale, suor Giacinta Scutari, e alcune delle religiose che hanno prestato servizio negli anni in parrocchia e a Carpi, fra cui suor Elisabetta, suor Benedetta, suor Celeste, suor Irene, suor Camilla, suor Clemente, suor Salvatorina.
Donare la vita per amore
40 anni di presenza a Carpi delle Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima: una storia bella e ricca di doni! Arrivarono le prime sorelle nel 1985, invitate da monsignor Maggiolini, per la cura dell’accoglienza in Seminario e delle attività vocazionali che ad esso si riferivano, per la pastorale in alcune parrocchie cittadine e per la Scuola Sacro Cuore. Probabilmente la Diocesi non avrebbe avuto il coraggio di investire su questa realtà educativa, concluso il secolare servizio delle Suore di Carità, se non ci fosse stato l’apporto inizialmente massiccio e sempre generoso di queste giovani religiose. Poi sono arrivati altri servizi: l’insegnamento nella scuola pubblica e la pastorale sanitaria esercitata soprattutto nella Cappellania dell’Ospedale Ramazzini (che nel frattempo aveva visto esaurirsi la presenza delle Suore di Sant’Anna). Insieme abbiamo attraversato diverse stagioni ecclesiali ed alcuni momenti particolarmente impegnativi come il terremoto del 2012 e la pandemia… (…) Non sarebbe giusto però esprimere la nostra riconoscenza a questa comunità di consacrate unicamente per i servizi, le mansioni, che pur con grande competenza e sensibilità hanno esercitato negli anni. La vita religiosa esprime e richiama anzitutto il primato di Dio nella nostra esistenza, la sponsalità della Chiesa che, per amore, continua nel mondo la missione di annuncio e di santificazione di Cristo. Di questo dobbiamo soprattutto essere grati: la testimonianza di fede, di preghiera e di carità apostolica che queste sorelle hanno saputo esprimere aiutando a tenere vivo fra noi il fuoco dell’amore di Dio (…). Se ci pensiamo bene, è proprio questo ciò di cui abbiamo più bisogno: qualcuno che in mezzo a noi esprima il primato di Dio nella propria vita e la possibilità di amare il Signore e il prossimo con cuore indiviso.
Il Signore ci doni di fare tesoro dei testimoni del Regno che pone sul nostro cammino e di riconoscere nella presenza di queste nostre sorelle un segno della sua cura verso di noi!
Don Massimo Dotti, parroco della Cattedrale