Ghizzoni,
Attualità, Carpi, Territorio
Pubblicato il Ottobre 13, 2025

Ghizzoni, Fondazione Fossoli: “Shoah massima tragedia del Novecento”

A seguito delle dichiarazioni della ministra Roccella, la presidente della Fondazione Fossoli ricorda l’impegno dell’ente

Manuela Ghizzoni, presidente della Fondazione Fossoli

 

 

“La Shoah ha rappresentato la massima tragedia del Novecento, e lo si vede benissimo anche da qui, al Campo di Fossoli, il principale campo italiano della rete europea di deportazione e sterminio nazifascista”: inizia con queste parole il messaggio della presidente della Fondazione Fossoli, Manuela Ghizzoni, a seguito delle dichiarazioni della ministra della Famiglia e Pari opportunità Eugenia Roccella in riguardo ai Viaggi della Memoria (“Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz cosa sono state? Sono state davvero gite? A che cosa sono servite? Sono servite, secondo me, sono state incoraggiate e valorizzate, perché servivano esattamente all’inverso. Cioè, servivano a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, in un passato storico e in una precisa area: il fascismo”) e, più in generale, alle azioni messe in campo per far meglio conoscere alle giovani generazioni gli orrori dello sterminio di ebrei, ma anche di Rom e Sinti, così come della persecuzione di tutte le altre categorie che l’ideologia fascista e nazista avevano deciso di eliminare, tra i quali oppositori politici, omosessuali, persone con disabilità.

“Sono migliaia – prosegue Ghizzoni – gli studenti che hanno partecipato, negli anni, ai Viaggi della Memoria promossi dalla Fondazione Fossoli, sia ad Auschwitz che a Mauthausen. Insieme a loro, oltre ai docenti e agli operatori della Fondazione, decine di storici, intellettuali, scrittori, giornalisti, artisti, per stimolare riflessioni, condividere e riflettere sulle proprie emozioni, contestualizzare e inquadrare storicamente i fatti, analizzare cause e conseguenze. Anni di esperienze organizzate con cura, attenzione, rigore storico scevro da inquadramento preconcetto e senso di responsabilità; progetti preceduti da una lunga fase preparatoria, fatta di incontri di formazione sia con i docenti che con gli studenti, e seguite da momenti di restituzione sia ad altri studenti che alla cittadinanza tutta. Non solo: quella accumulata negli anni, ci ha consentito di rendere i “Viaggi della Memoria” un’esperienza dinamica, un’esperienza di lungo respiro, in costante sviluppo, in grado di cambiare per adattarsi alle necessità emerse dal confronto costante con le scuole e le nuove generazioni. Viaggi che sono diventati – per testimonianza diretta dei partecipanti – di conoscenza e di formazione, nel senso letterale del termine.

 

Ma non è tutto: i viaggi hanno sempre avuto non solo l’obiettivo di fornire una conoscenza storica la più approfondita e circostanziata possibile, condizione imprescindibile e fondativa dell’iniziativa, ma sono stati caratterizzati da un approccio generativo, per far sviluppare e germogliare una sensibilità verso l’attualità, capace di intercettare i segnali dell’insorgenza non soltanto dell’antisemitismo, ma di tutti i fenomeni legati all’esclusione, alla persecuzione, al razzismo e alla xenofobia. I viaggi hanno fornito alle migliaia di studenti che vi hanno preso parte, negli anni, gli strumenti per quella conoscenza necessaria che, come lo stesso Levi ha affermato, è precondizione per interpretare il presente, affinché ‘le coscienze non siano sedotte e offuscate’.

Tuttavia, poiché la Storia non è di per sé un ’vaccino’, lo sforzo compiuto non è mai sufficiente, gli obiettivi sono tendenziali, e affinché l’efficacia delle azioni sia massima occorre che tutte le istituzioni, a ogni livello, operino in maniera compatta in tal senso, senza inviare messaggi contrastanti o ambigui”.

“Combattere antisemitismo, xenofobia e razzismo nel presente, dicevo, ma farlo a parte dalla consapevolezza piena di un dato di fatto imprescindibile, un dato storico inoppugnabile e incontrovertibile: la ‘distruzione degli ebrei d’Europa’, per citare un famoso testo di Hilberg, e con essi di quelli italiani, ha trovato la propria completa attuazione grazie all’ideologia fascista e nazista, di predominio di una ‘razza’ superiore sulle altre di costruzione di un nuovo ordine europeo. Una responsabilità che l’Italia fascista porta in pieno a sua perenne onta”.

“Per questo, la Fondazione non si è fatta solo promotrice di viaggi verso i campi dell’Europa centrale e orientale, ma ogni anno è essa stessa, con il Campo di Fossoli e il Museo Monumento al Deportato politico e razziale, meta di visita da parte di decine di migliaia di studenti e cittadini da ogni parte d’Italia e d’Europa. E per questo continuerà convintamente a esercitare il proprio compito, insieme a tutta la rete memoriale italiana e internazionale, perché, anche se non potrà mai dirsi concluso una volta per tutte, è dalla conoscenza della Shoah, la più grande tragedia del Novecento, che possono prendere corpo gli strumenti di coscienza critica e civile, oggi e in futuro, in grado di contrastare le forme più nefaste di discriminazione e razzismo, nei confronti di qualsiasi gruppo siano dirette”.

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