Padre Ibrahim Faltas, della Custodia della Terra Santa, parla della situazione attuale e delle speranze
Padre Ibrahim Faltas è stato ospite ad un incontro venerdì 17 ottobre all'Auditorium Loria
di Maria Silvia Cabri
Parlare con padre Ibrahim Faltas è un dono. Autentico, emozionante. È una delle voci più autorevoli e sofferte che arrivano dalla Terra Santa. 61 anni, francescano egiziano, vive tra Israele e Palestina da oltre tre decenni, attualmente è il direttore delle 18 scuole della Custodia di Terra Santa. È stato Vicario della Custodia di Terra Santa dal 2022 al 2025. Un testimone vero e lucido, che, con il tono calmo e determinato, a tratti drammatico, ma al tempo stesso con lo sguardo sereno, racconta l’angoscia della popolazione civile nella devastazione totale, famiglie, bambini, anziani e malati. Al grido univoco di “la pace ora o mai più”.
Padre Ibrahim, averla a Carpi in occasione del Festival della Migrazione è un grande onore. Attualmente lei è responsabile delle 18 scuole di Terra Santa, che accolgono migliaia di studenti, in grandissima percentuale musulmani rispetto ai cristiani. Nel terribile contesto della guerra, quanto è importante la convivenza, in uno stile francescano, e come si riesce a portare avanti?
Siamo stati noi i primi a fare le scuole in tutto il Medio Oriente: quella di Betlemme è del 1598. Accogliamo cristiani e mussulmani, che sono la maggior parte. C’è anche una scuola di musica, il Magnificat, con cristiani, musulmani, ebrei, sia tra gli studenti che tra gli insegnanti.