Padroni del DNA
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Ci chiediamo: esistono ancora alcuni fronti della scienza che rimangono nell’orizzonte tracciato dall’etica oppure anche questo aspetto è stato superato, calpestato, da tutti gli sperimentatori? Probabilmente dobbiamo rispondere affermativamente alla domanda in quanto sono stati stanziati fondi e avviato lavori concernenti la “creazione” del DNA in laboratorio, cosa che fi no a non molto tempo fa era un confine non superabile. Questo acido, ben organizzato, ordinato nel nucleo della cellula, è sempre stato un grande tabù e utilizzato solo a fini terapeutici, migliorativi o di studio. Oggi si è varcata la soglia per poter utilizzare questa molecola, sede dell’inizio della vita, replicandola artificialmente per poi avere in mano una sorta di onnipotenza chimica capace di plasmare anche la vita.
La più grande organizzazione benefica in campo medico, la Wellcome Trust, ha finanziato, con una somma di dieci milioni di sterline il progetto, affermando che la produzione di DNA umano ha un potenziale terapeutico molto importante rivolto ad accelerare i trattamenti per molte malattie che oggi si definiscono inguaribili. Gli aspetti benefici non si discutono ma la manipolazione del cuore della vita potrebbe anche portare ad aberrazioni tali da snaturare l’uomo oppure far acquisire una capacità di manipolazione e di dominio sull’uomo stesso. Poter produrre un cromosoma dal nulla porterebbe forse a delle risorse terapeutiche significative ma anche aprirebbe alla curiosità manipolatoria di tanti individui che anelano a poter mettere le mani sull’uomo per diventare i padroni dell’umanità. Finché possiamo, teniamo saldi i principi di etica, per poter non solo controllare ma anche orientare una ricerca che deve essere sempre finalizzata al bene dell’uomo e non al suo dominio o alla sua distruzione.




