Media,
Attualità, Chiesa
Pubblicato il Novembre 12, 2025

Media, dalla crisi dell’informazione locale alla rinascita del giornalismo di prossimità

Cari Lettori e Lettrici, insieme agli altri giornali aderenti alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc) abbiamo condiviso la proposta di realizzare una campagna informativa con quattro uscite, sia su carta che on line, per valorizzare il ruolo delle nostre testate (circa 200), autentici strumenti di democrazia e di libertà nel tessuto locale in cui operano. Penso sia facilmente comprensibile il motivo che ci ha spinti a questa iniziativa: a livello pubblico per ribadire l’importanza del pluralismo informativo e a livello ecclesiale per rafforzare la consapevolezza del ruolo dei giornali diocesani per dare voce alle singole comunità e accompagnare la missione della Chiesa. Per Notizie poi è un’occasione speciale riflettere dopo quarant’anni sul valore di una presenza che vuole essere anche annuncio della vita buona del Vangelo. Un impegno che possiamo affrontare sempre e solo grazie al vostro sostegno.

Luigi Lamma

di Lorenzo Rinaldi, Direttore de Il Cittadino di Lodi e consigliere nazionale Fisc

Tra gli anni novanta e gli anni duemila l’esplosione della bolla digitale negli Stati Uniti ha modificato in maniera radicale il mercato pubblicitario. I grandi colossi del Web, collocati nelle zone economicamente più sviluppate del Paese, hanno iniziato a drenare risorse economiche sempre più importanti ai mass media tradizionali. A farne le spese, in prima battuta, sono stati i giornali, le radio e le televisioni locali, molto diffusi negli Stati Uniti e che rappresentano la colonna vertebrale dell’informazione nelle zone più periferiche, quelle dell’America profonda, lontane dalla costa Pacifica e Atlantica dove si collocano invece i centri industriali maggiormente fiorenti e che dunque attirano l’attenzione della grande informazione. Il risultato di questa progressiva riduzione di entrate pubblicitarie è stata la chiusura di testate locali, anche storiche, che non sono più riuscite a reggere l’urto.

Desertificazione informativa e perdita di identità dei territori

Le comunità si sono così trovate senza uno strumento di informazione e i territori hanno perso identità e punti di riferimento. Certo esistevano – e anzi fiorivano – i social network, che tuttavia si trasformavano in strumenti di parte, più utili a diffondere la propaganda che l’informazione verificata e poco interessati alla tenuta del tessuto sociale delle comunità. In pochi anni, gli esiti di questa desertificazione informativa sono stati drammatici. I grandi gruppi editoriali, quelli radicati negli Stati costieri maggiormente abitati, avevano poco interesse a occuparsi delle piccole storie degli Stati interni. Con il venir meno dell’informazione locale si è registrato uno sfilacciamento del tessuto sociale delle comunità, abbinato a un minor interesse per la vita pubblica che si è tradotto in un calo nell’affluenza alle urne e in una riduzione della platea di cittadini disponibili a ricoprire cariche pubbliche a livello locale quelle in cui sovente l’impegno civico si affianca al volontariato.

La rinascita del giornalismo di prossimità

Senza informazione molte comunità “periferiche” si sono spente. Un campanello d’allarme preoccupante, che ha fatto comprendere come giornali, radio e Tv locali rappresentassero un collante fondamentale e una risorsa insostituibile per la circolazione delle notizie e delle idee, anche differenti. Ne è scaturita una piccola rinascita del giornalismo di prossimità, quello capace di ascoltare le comunità, finanche le più piccole. Sottoforma di cooperative o sostenuti da imprenditori locali sono rinati giornali, radio e Tv: certo il cammino è difficile e i colossi digitali non hanno smesso di drenare risorse pubblicitarie ai “piccoli”, tuttavia questa minuscola inversione di tendenza è significativa, perché ci racconta quanto sia importante che i territori abbiano la loro voce.

Ruolo dei giornali della Fisc nella democrazia locale

È quello che fanno ogni giorno i giornali della Fisc, ascoltando, raccontando, informando centri grandi e piccoli della nostra Italia, arrivando in tutte le periferie, “territori di frontiera” (anche se spesso sono nelle zone interne) nei quali i grandi mezzi di informazione non hanno interesse economico ad arrivare. Il lavoro dei nostri giornali è un servizio al Paese, alla democrazia, un lavoro quotidiano di cui spesso non si apprezza nella sua complessità l’importanza.

Servizio al Paese e alla comunità

Il valore dei giornali locali della Fisc è, primariamente, quello di essere un collante delle comunità. E di parlare con rispetto, senza urlare, senza esasperare i toni, consapevoli che sui territori una parola detta male, una frase carica di violenza può produrre conseguenze difficilmente rimediabili. È l’attenzione che poniamo ogni giorno nel nostro lavoro, fedeli a quanto indicato da Papa Leone XIV nel suo primo incontro con il mondo della stampa dopo l’elezione al soglio pontificio: «Disarmiamola comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce».

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di redazione@notiziecarpi.it 
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