Don
Chiesa, Mirandola
Pubblicato il Novembre 21, 2025

Don William Ballerini, quel sorriso non si dimentica

Sarà presentato il 30 novembre a Mirandola il libro dedicato a don William Ballerini, a cura di Gino Mantovani

di Virginia Panzani

“Sono un prete di campagna”. Sta in queste parole di don William Ballerini l’“essenza” del suo ministero presbiterale e, dunque, il titolo del libro a lui dedicato, a cura di Gino Mantovani, che sarà presentato domenica 30 novembre, alle 16, presso la Sala Trionfini a Mirandola (piazza Ceretti 9). Per l’occasione interverranno don Riccardo Paltrinieri, rettore della Casa del Clero di Carpi, che ha ospitato don Ballerini negli ultimi anni della sua vita, e don Marino Mazzoli, parroco di Panzano e amico fraterno del sacerdote sanmartinese. Scriviamo quest’ultima parola con particolare emozione perché se è vero che “nessuno è profeta in patria”, è vero anche che don William rappresenta “l’eccezione che conferma la regola” per il profondo legame che lo ha unito alla “sua” San Martino Spino. Un vincolo di affetto che Gino Mantovani, anche lui sanmartinese, ha ricostruito nel libro raccogliendo vari documenti e testimonianze, spaziando dall’infanzia nella frazione mirandolese al servizio svolto in varie parrocchie e realtà della Chiesa di Carpi.

“Il volume – spiega Mantovani – contiene i ricordi di don William scritti da monsignor Erio Castellucci, da monsignor Douglas Regattieri, vescovo emerito di Cesena-Sarsina, da don Germain Dossou Kitcho e don Arnaud Giegue, i successori alla guida della parrocchia di San Martino Spino, e da don Marino Mazzoli. Ci sono, inoltre, articoli pubblicati su Notizie, e documenti ufficiali messi a disposizione dal cancelliere vescovile Andrea Beltrami”. Molto ricco l’apparato fotografico perché, sottolinea Mantovani, “don William conservava tutto. Dietro ogni foto scriveva l’occasione, la data, le persone presenti, e questo ha reso il mio lavoro molto più agevole.

Ci sono i momenti della sua infanzia e giovinezza in Seminario, i pellegrinaggi e i viaggi, i momenti con i Vescovi, in particolare monsignor Elio Tinti che lo ha nominato parroco di San Martino, e con i parrocchiani, fino alla nomina a canonico della Cattedrale, incarico che ha accolto con l’umiltà che lo ha sempre contraddistinto, quasi sentendosi a disagio”. Tra le testimonianze inedite contenute nel libro, Mantovani cita l’intervista a lui rilasciata da don Ivano Zanoni, compagno di ordinazione sacerdotale di don Ballerini il 19 giugno 1966: “Purtroppo anche don Ivano se ne è andato, nel febbraio di quest’anno – commenta – . Ha dato volentieri il suo contributo, che ho raccolto senza sapere che sarebbe stata la sua ultima conversazione sull’amico don William”. Che cosa rimane, oggi, del ministero di questo nostro “prete di campagna”?

“Resta l’insegnamento della semplicità evangelica con cui ha vissuto il suo servizio fra la gente – risponde Mantovani – , una fede salda accompagnata da una grande devozione alla Madonna, specie a quella di Fatima, a San Martino Spino raffigurata in una bellissima statua, che lui riteneva essere più bella di quella del santuario portoghese. Resta il suo sorriso, immancabile, anche nei momenti personali di prova, tanto apprezzato soprattutto in chi si accostava a lui nella confessione. Forse – conclude – don William non avrebbe gradito essere al centro dell’attenzione con un libro, ma io e i tanti che lo hanno conosciuto siamo convinti che lo meriti davvero”.

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