Cisl Fp sul Ramazzini: “Perdite d’acqua, muffa nei locali sterili”
“La notte scorsa ha ceduto una parte del controsoffitto, spostati pazienti intubati. Pesanti problemi anche in endoscopia e nell’ala dove si sterilizzano i ferri”
Ospedale Ramazzini di Carpi, sala sterile
Perdite d’acqua, muffa, muri rigonfi e pezzi di cartongesso marci che cadono a terra, personale che scivola. E’ la situazione grave e inaccettabile che sta affrontando l’ospedale di Carpi nei reparti di rianimazione, endoscopia e perfino nei locali dove si effettua la sterilizzazione degli strumenti operatori e di lavoro. “Non si dica che sono esagerazioni: segnalo che la notte scorsa, poco dopo la mezzanotte, sono iniziate perdite d’acqua dal soffitto della rianimazione, al piano terra. Pezzi di cartongesso sono crollati nel bagno, l’acqua è arrivata copiosamente nei locali della rianimazione e il personale medico e sanitario ha dovuto spostare due pazienti intubati, in un’ala più sicura della stessa rianimazione”, attacca Gennaro Ferrara, leader della Cisl Fp Emilia Centrale, in piedi da prima dell’alba e in contatto diretto col personale del nosocomio.
Il turbo agli interventi di bonifica
“In rianimazione è successo un disastro, uso le parole dei professionisti sul posto. Quello che dovrebbe essere il reparto top per sicurezza e asetticità di ogni ospedale, è stato in parte inutilizzabile, col pavimento coperto da strofinacci e lenzuola usate per assorbire l’acqua. Una scena desolante che è pure la polaroid perfetta della nostra sanità in ginocchio”, spiega Ferrara. Le telefonate di infermieri, oss e pure medici sono continue. Molte accomunate da una miscela di rabbia e delusione. “I problemi idraulici, le perdite d’acqua non sono nate in una notte. In questo ospedale sono una storia lunga, sempre segnalata alla struttura tecnica di Ausl e che ormai è divenuta insostenibile. Chiediamo di mettere il turbo a tutti gli interventi di bonifica e ripristino”, prosegue il sindacalista.
Perdite d’acqua in endoscopia
La sala operatoria e la sala sterile da anni presentano problemi di infiltrazioni e perdite d’acqua. Dentro al reparto di endoscopia (al primo piano), uno dei lavandini nella sala adibita alla pulizia e disinfezione del materiale non è assolutamente adeguato, perde acqua, è pieno di muffa. Lo scorso luglio arrivò una segnalazione scritta ad Ausl, con tanto di foto, nella quale si evidenziava il pericolo di “contaminazione delle pareti e del pavimento con materiale biologico”. Cinque mesi dopo il problema non è stato risolto, i macchinari di endoscopia continuano a bloccarsi a causa delle perdite d’acqua. Perdite che poco tempo fa hanno causato pure una caduta a terra di una operatrice sanitaria.
Muffa nel locale di sterilizzazione
“Ha del clamoroso quello che accade nella sala adibita alla sterilizzazione della strumentazione chirurgica e delle sale operatorie, che dal 15 novembre funziona anche a servizio dell’ospedale di Mirandola e Castelfranco. In una porzione del locale, dove si trova il materiale già sterilizzato, si sono formate infiltrazioni, l’intonaco si è gonfiato e lo scorso ottobre è caduto sugli strumenti operatori sterilizzati e sull’autoclave. Quelle stanze non sono ancora state bonificate. Le foto e le testimonianze sono impietose: si vedono teli stesi sul pavimento e sulle strumentazioni per proteggerle dal materiale sbriciolato che precipita dal soffitto, bidoncini neri per la raccolta dei rifiuti speciali impiegati per contenere le percolature”, prosegue Ferrara.
Esattamente sopra ad una autoclave, appena rimosso un modulo di cartongesso, si vede un tubo rosso che si infila nel muro del soffitto. L’intonaco è ammuffito e completamente degradato. Il danno causato da infiltrazioni che sono proseguite nel tempo è esteso: nella medesima sala di sterilizzazione, anche dove non c’è controsoffittatura, la parete superiore mostra chiari segni di muffa.
“Credo che tutti dobbiamo dare il massimo per evitare un rischio strutturale e, come nel caso della sala di sterilizzazione, per scongiurare il pericolo di compromettere la sicurezza ambientale e igienico sanitaria di un ambiente di eccezionale delicatezza. Proteggere una sala di sterilizzazione dovrebbe essere l’obiettivo primario di ogni ospedale, su questo spero che tutti siano d’accordo”.
Contusioni per una infermiera
Un analogo e pesante problema di infiltrazioni è segnalato da Cisl Fp anche nei locali adibiti a spogliatoio. Anche qui i moduli in cartongesso del controsoffitto in alcuni punti sono marciti e caduti a terra. Nello spogliatoio C era intervenuta un’impresa per attività di risanamento e proprio lì un pesante armadietto a tre ante di metallo grigio è caduto addosso ad una infermiera, il 13 novembre scorso, procurandole una prognosi di sette giorni circa per contusioni a schiena, testa e arti. Un armadietto, segnalano i lavoratori, che come tutti gli altri non è a norma, mancando di scomparti per isolare gli indumenti da lavoro sporchi e contaminati da quelli puliti.
Proteggere il personale
Infine, Cisl Fp vuole evidenziare anche la necessità di tenere insieme i lavori di ripristino e di messa in sicurezza con la protezione delle persone e dei pazienti.
Il 6 novembre scorso, infatti, i lavori eseguiti sul tetto, in corrispondenza del blocco operatorio B, hanno prodotto esalazioni dovute a prodotti chimici utilizzati nel corso dell’intervento.
Alcuni lavoratori si sono rivolti al pronto soccorso, segnalando affanno respiratorio, tachicardia, cerchi alla testa e astenia. In base a quanto è stato segnalato, il personale medico e infermieristico è stato semplicemente invitato a proseguire l’attività chirurgica.
“Il quadro d’insieme che emerge dall’ospedale di Carpi è evidentemente critico e gravissimo. Occorre intervenire con urgenza e seguendo un principio sacrosanto: tutelare la salute, prima di tutto. La salute dei cittadini pazienti e di tutto il personale che ogni giorno dà il massimo e non merita di lavorare in queste condizioni”, chiosa Ferrara.




