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Attualità, Carpi, Territorio
Pubblicato il Dicembre 4, 2025

Musei di Palazzo Pio: “Con parole mie”, per persone fragili anziane e con demenza

Da martedì 9 dicembre, un ciclo di incontri per vivere l’arte come strumento di benessere per i malati e i loro familiari. Aperte le prenotazioni

Mostra “Nella Cornice”

 

Ai Musei di Palazzo dei Pio, martedì 9 dicembre, alle 10.30, con un appuntamento dedicato alla mostra “Nella Cornice”, prende avvio “Con parole mie”, un nuovo progetto di inclusione culturale aperto alle persone anziane fragili e alle loro famiglie che consiste in un ciclo di incontri, ognuno dedicato a una mostra, una sala, un’opera, per offrire un’occasione speciale di vivere l’arte in un ambiente accogliente, non giudicante e supportivo.

L’iniziativa, realizzata dal Museo in collaborazione con la cooperativa Anziani e non solo, nasce dalla volontà di rendere il museo un luogo aperto a tutti, in cui la fruizione culturale diventi strumento di benessere e connessione. Con la guida di operatori specializzati della Cooperativa, e non solo, i partecipanti saranno accompagnati in un percorso fatto di osservazione, dialogo e attività pensate per stimolare l’immaginazione, favorire la comunicazione e rafforzare i legami familiari.

L’incontro di martedì 9 dicembre, come i successivi (in programma il 9 febbraio, il 14 aprile e il 9 giugno), è gratuito, con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti. Le prenotazioni sono già aperte, per informazioni e iscrizioni contattare la cooperativa (393 909 6596, anche con whatsapp; info@anzianienonsolo.it).

Il progetto, spiega l’assessore alla Cultura Giuliano Albarani, “è l’esemplificazione di cosa significa promuovere attività ed esperienze culturali in un contesto di comunità specifico come quello della nostra città. Grazie a una sinergia tra assessorati e soggetti del territorio, forniamo a presone in condizioni di fragilità esperienze importanti di fruizione estetica e di coinvolgimento emotivo, occasioni di socializzazione e strumenti per facilitare il benessere psico-fisico. Il tutto nella prospettiva, ambiziosa ma non irrealistica, di strutturare in città un vero e proprio welfare culturale, che renda esigibile e perseguibile da parte di tutti, anche dei più deboli, il diritto alla cultura come diritto di cittadinanza”.

“Questa iniziativa – aggiunge l’assessora alle Politiche sociali e salute Tamara Calzolari – si inserisce nelle azioni che stiamo promuovendo già dalla scorsa legislatura per rendere Carpi una Dementia friendly community (Dfc), cioè una comunità amica della demenza, sottoscrivendo questo impegno con l’Ausl, il Gruppo assistenza familiari Alzheimer (Gafa) e una rete di soggetti del territorio. Nella sostanza, vogliamo che tutti i luoghi della città siano fruibili dalle persone con demenza, che queste persone possano sentirsi accolte insieme alle loro famiglie e godere della bellezza e della storia della nostra città, per sentirsi cittadini al cento per cento. L’iniziativa segue le altre già messe in campo con farmacie e trasporti sociali per formare e sensibilizzare gli operatori sulle necessità delle persone con demenza”.

Il progetto “Con parole mie” è stato formalizzato e strutturato dopo una prima sperimentazione effettuata la primavera scorsa che è risultata molto efficace e gradita.

La demenza e l’Alzheimer sono condizioni che coinvolgono la persona e la sua famiglia, nelle quali l’ambiente fisico e relazionale sono determinanti per la possibilità di mantenere una buona qualità di vita. La possibilità di frequentare luoghi di comunità, ma con spazi, tempi, linguaggi progettati per rispondere ai bisogni delle persone con demenza e dei loro familiari, è essenziale per continuare a essere soggetti attivi, inclusi e partecipi. In questo contesto, le esperienze dei “Musei per l’Alzheimer”, nate in Toscana, sono ora diventate un modello replicato in tutto il territorio nazionale. Si tratta di interventi che: propongono un incontro attivo e significativo con il patrimonio museale: un’esperienza che restituisca la certezza di essere parte attiva della vita culturale e sociale della comunità; promuovono attività dedicate alle persone che vivono con la demenza – includendo in questa definizione le persone con demenza e coloro che se ne prendono cura, in primo luogo i familiari, ma anche gli operatori professionali, i volontari e i professionisti; non hanno intenzioni terapeutiche, anche se mantenere le capacità cognitive, o rallentarne la perdita, o ridurre i disturbi del comportamento possono essere, e spesso sono, effetti secondari dell’esperienza.