Sanità. Cisl: gli ospedali Carpi e Mirandola affondano tra politica e propaganda
E' la denuncia di Gennaro Ferrara della Cisl Fp su aperture di servizi nonostante la gravi carenze di organico
“La gestione dei servizi sanitari nei distretti di Mirandola e Carpi è fuori controllo: ogni settimana scelte non condivise e nuovi servizi aprono senza personale. Questa non è programmazione sanitaria: è propaganda”. La denuncia di Gennaro Ferrara, leader di Cisl Fp Emilia Centrale, è forte e arriva dopo i proclami del grande Patto sulla sanità Nord Modenese che ha fatto pace tra Carpi e Mirandola sul futuro della sanità nei due distretti. Purtroppo la realtà quotidiana secondo l’esponente di Cisl Fp è rappresentata da una “gestione confusa che mette a rischio l’assistenza. Per fermare questo scempio chiediamo assunzioni immediate, non straordinari mascherati; un ripensamento urgente della governance dei distretti, a partire da Mirandola; la pubblicazione immediata dei bandi per gli incarichi già deliberati ma fermi”.
I fatti sono circostanziati nel comunicato della Cisl: “a Mirandola, per mancanza di infermieri, sono state annullate colonscopie cup programmate, sono stati chiusi la pediatria notturna e la Centrale di sterilizzazione, senza confronto con i sindacati. Il motivo? Mancano 21 infermieri e tre oss in pronto soccorso, per risparmiare 1.2 milioni di euro sul personale in questo territorio. Il 15 novembre sono andate in pensione due infermiere, senza che l’Azienda assumesse nuove figure o formasse rimpiazzi. Lo stesso giorno è scattato il trasferimento a Carpi del servizio di sterilizzazione dei materiali per gli interventi chirurgici, per locali non più a norma”.
A Carpi la segnalazione prende di mira la centrale di sterilizzazione: “nel vecchio ospedale Ramazzini i professionisti sono pochi, sepolti dagli straordinari e sanno che non possono fermarsi, dato che Carpi serve anche Mirandola. Intanto nella struttura ci sono infiltrazioni d’acqua che colano, da mesi, sulle autoclavi, la muffa e macchinari obsoleti”. “Una vergogna modenese che dovrebbe fare il giro d’Italia”, sottolinea Ferrara che specifica che nella giornata dell’8 dicembre, “il personale sta lavando a mano i ferri della sala chirurgica (perché la macchina automatica non funziona), con il rischio di residui organici ed ematici sull’attrezzatura. Incredibile. In endoscopia fa impressione il livello di residui organici (bile, sangue, ecc.) presenti sotto ad uno dei lavandini per il lavaggio degli strumenti”.
Sempre nel comunicato si parla di “gestione folle” nel distretto di Mirandola con “aperture di servizi senza il personale necessario, pensate per piacere alla politica e alla propaganda. Il risultato è devastante: a dicembre sono programmati 64 turni di lavoro, tutti completamente scoperti”, evidenzia Ferrara. Per il sindacato è facile prevederlo: nei prossimi 2-3 mesi esploderà il problema della sala operatoria, che dovrebbe avere 23 professionisti e invece viaggia con 18, destinati a scendere a 13 il prossimo marzo per pensionamenti e mobilità. Tradotto: meno interventi e allungamento delle liste d’attesa.
A Carpi Cisl Fp parla di “caos completo” per la mancanza di un dirigente stabile sul territorio, con un funzionario con doppio incarico. Una scelta assurda, perché nessuno può reggere due compiti di questa portata, soprattutto in una realtà già messa alla prova da carenze croniche e da un distretto in crescente difficoltà”.
Situazione critica anche negli ospedali di comunità di Carpi e Castelfranco (Osco) che dovrebbero gestire pazienti stabilizzati e a bassa intensità clinica, come stabilisce il decreto 77. Secondo la Cisl “arrivano invece pazienti da lungodegenza complessa, totalmente fuori standard”. “Il personale è stremato – conclude Ferrara –, non ha risorse per gestire pazienti di questo tipo e vede Ausl andare a braccetto con la politica, continuando ad aprire servizi, come la sub intensiva, senza personale né assunzioni straordinarie. La sanità modenese non può più essere governata con annunci, aperture improvvisate e decisioni scollegate dalla realtà. Servono responsabilità e programmazione. Ausl parli meno con la politica e si sieda al tavolo con i sindacati medici e del comparto”.




