Padre
Attualità, Chiesa
Pubblicato il Dicembre 20, 2025

Padre Domenico Bertogli, missionario cappuccino originario di Monchio, racconta la visita di Papa Leone in Turchia

Un richiamo all’unità e all’amore

Padre Domenico Bertogli, missionario cappuccino in Turchia, originario di Monchio di Palagano, in contatto con il Centro Missionario di Modena, ha inviato la sua testimonianza dopo la recente visita del Papa.

di Padre Domenico Bertogli

Sono 59 anni che vivo in Turchia, Paese ricco di storia e di umanità. Sono grato al Signore per questa affascinante avventura, prima a Smirne, poi a Antiochia degli Atti degli Apostoli e ora a Istanbul, la famosa Costantinopoli dell’impero bizantino e Ottomano. Ho passato 35 anni in una piccola parrocchia di un centinaio di cattolici, circondato da migliaia di greco-ortodossi tra quelli della città e paesi vicini.

Ero a disagio quando pensavo alla celebrazione della Pasqua, così con i confratelli si chiese a Roma il permesso di celebrarla nella stessa data della Chiesa ortodossa. Ci fu accordato e così dal 1988 s’iniziò questa esperienza che dura tuttora. Poi si continuò con tante altre iniziative di quella comunità che rappresenta un esempio da imitare. Non è così a Istanbul dove vivo da tre anni. Nel quartiere periferico dove mi trovo oggi, Yesilkoy, ci sono ben quattro chiese: greco-ortodossa, armena, cattolica e siriaca, che si ignorano tra di loro. Eppure siamo tutti discepoli di Gesù! Papa Leone certamente conosce la situazione e in ogni incontro ha invitato al dialogo e all’unità.

E’ l’ennesima visita di un Papa, ma questa volta credo che abbia fatto un passo importante per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso con l’islam. La visita di tre giorni di Papa Leone in questa città ha avuto un impatto particolare, evidenziando le divisioni tra i cristiani e l’urgenza di invertire il cammino. L’occasione è stata quella del 1700° anniversario del primo concilio della Chiesa: Nicea (325), indetto e presieduto dallo stesso imperatore Costantino. Papa Leone, invitato dal Patriarca ecumenico Bartolomeo I, ha fatto il suo primo viaggio all’estero, iniziando con la Turchia.

Ad Istambul ha invitato “…a testimoniare con gioia il Vangelo e a guardare con speranza al futuro”. Alcuni segni di questa speranza sono già presenti, sono i tanti giovani che bussano alle porte della Chiesa cattolica portandovi le loro domande e le loro inquietudini. Ha invitato inoltre a lavorare in modo speciale al dialogo ecumenico e interreligioso. In visita alla Moschea Blu e alla Chiesa Siriaca ha lanciato un messaggio chiaro e forte a costruire ponti di pace (a Istanbul ce ne sono tre che congiungono l’Asia con l’Europa) per unire i popoli e camminare insieme.

A Nicea ha commemorato, insieme al Patriarca greco-ortodosso Bartolomeo I, gli Armeni e i Siriaci il Concilio di Nicea. E’ stata una celebrazione sobria e profondamente profetica, un richiamo forte all’unità e all’amore, raccomandato da Gesù ai suoi discepoli durante l’ultima Cena. All’incontro, davanti ai resti della Chiesa del Concilio di Nicea, riemersa dal lago, per l’abbassamento dell’acqua, si è pregato, professato il Credo e recitato il Padre nostro. Erano presenti molti prelati cattolici e ortodossi e come popolo solo un piccolo gruppo di neocatecumenali turchi!

La Chiesa cattolica di Turchia in questo fine novembre ha vissuto avvenimenti molto importanti in cui è echeggiato forte il richiamo all’unità all’interno della Chiesa Cattolica e con le Chiese sorelle, nonché l’invito a dialogare con le religioni non cristiane per demolire i muri della diffidenza e costruire relazioni di pace. Il tempo dei sorrisi e degli abbracci deve continuare con decisioni concrete che coinvolgano tutti i discepoli di Gesù e sia un segno visibile di Gesù risorto e vivo nel mondo di oggi. Prima di tutto è urgente fissare una data per celebrare la Pasqua nello stesso giorno non ci sono problemi teologici, ma occorre solo un po’ di buona volontà!

Festa dell’Adesione per l’Azione Cattolica
Lo scorso 8 dicembre, l’Azione Cattolica ha celebrato la Festa dell’Adesione nelle parrocchie. “Rinnovare l’iscrizione significa sottoscrivere un patto di amicizia con la propria comunità. Significa dire: Io ci sono, non sono un battitore libero, ma scelgo di camminare insieme ad altri”.
di redazione@notiziecarpi.it 
Pubblicato il 19 Dicembre, 2025
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