Nomadelfia esiste
Col passare degli anni anche lo spirito polemico di don Zeno si attenua, e parlando di Nomadelfia la definisce così: Che cos’è Nomadelfia? Non è un ordine religioso, nè una congregazione, né un’opera di assistenza, né un ente morale. È un popolo. Nomadelfia non è vincolata alla Chiesa se non come sono i vincolati i cattolici di tutto il mondo; non è vincolata allo Stato che non può impedirci di unirci e di amarci.
Lo stesso vale anche per Nomadelfia, il cui nome è già un programma: è il luogo in cui la fraternità è legge. Quando venne concepita da don Zeno Saltini vi erano tanti bambini senza genitori e un certo numero di donne che non intendeva sposarsi ma sognava di poter essere chiamata mamma. Don Zeno cercò di programmare e realizzare quel desiderio. Oggi chi visita Nomadelfia è colto da tante obiezioni a cui non sa rispondere, e forse non lo sanno neppure quelli che la abitano. Ma vi è una realtà che va oltre ogni obiezione: Nomadelfia esiste.
Non tutti ne condividono i modi di vita, non tutti trovano una giustificazione alla sua esistenza, ma rimane un dato di fatto: Nomadelfia esiste. In essa non vi è denaro ma solo scambio; vi è una scuola interna che potrebbe rendere difficile per chi ha studiato l’inserimento successivo nella società cosiddetta “normale” e bisognerà quindi provvedervi. Rimane un fatto incontestabile: Nomadelfia esiste.
Per chi non la conosce: si tratta di un vasto territorio, vicino a Grosseto, abitato da poco più di 300 persone, dove i nuclei familiari sono piuttosto numerosi, perché sono composti o da famiglie adottive o da sposi che hanno figli propri ma che sono disposti anche ad accettarne altri, senza fare distinzione tra i figli naturali e i figli adottivi. Lo so bene che tale situazione non è applicabile a tutta l’umanità, ma intanto vi è un dato di fatto: Nomadelfia esiste.
Maurilio Guasco – dal volume In santità ostinata e contraria – Don Zeno e i “matti di Dio” – Il Mulino (2018)
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