Riscoprendo
Spiritualità, Tempi forti
Pubblicato il Aprile 6, 2021

Riscoprendo il sapore del Vangelo

In cammino durante la Quaresima con le riflessioni sul tema della fraternità proposte dai Fratelli di San Francesco

di Fra Marcello, Fratelli di San Francesco San Martino Secchia

 

 

In questo tempo di Quaresima, ci accompagneranno ogni domenica i Fratelli di San Francesco del convento di San Martino Secchia con un approfondimento dedicato al tema della fraternità. E’ questo “un tempo da non perdere”, ha detto la settimana scorsa Papa Francesco, e che non sarà sprecato “nella misura in cui sapremo collaborare con generosità e impegno” all’insegna della fraternità, che è “il vero rimedio alla pandemia e ai molti mali che ci hanno colpito”. “Fraternità e speranza sono come medicine di cui oggi il mondo ha bisogno, al pari dei vaccini” ha aggiunto il Santo Padre. Ringraziamo fin da ora per questo contributo i Fratelli di San Francesco, che si rendono vicini ai lettori di Notizie non solo con la preghiera ma anche, umilmente, con le riflessioni maturate alla luce della loro esperienza quotidiana.

“Fratelli tutti, scriveva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo” (FT 1). Prendendo spunto da queste parole con cui Papa Francesco introduce la sua ultima enciclica, in queste settimane di Quaresima vogliamo insieme “gustare” il buon sapore del Vangelo, della lieta notizia che ci porta Gesù, attraverso un itinerario di riscoperta di questa forma di vita, che si realizza concretamente nella “fraternità”.

Del resto, anche agli inizi della Chiesa, ciò che affascinava quelli “di fuori”, quelli lontani, non era anzitutto la preghiera o la predicazione o altro, ma il vedere come i cristiani stavano insieme tra loro: “guardate come si amano!”. Abbiamo qui il criterio infallibile di valutazione della qualità delle nostre comunità cristiane; si riesce a “gustare” la bellezza della Chiesa vedendo il modo con cui stiamo insieme e ci relazioniamo tra noi? Quelli che ci guardano da fuori possono dire: “guarda come si amano, è bello vivegli re così”? Ma soprattutto, si sentiranno accolti come veri fratelli senza sentire intorno a loro il clima della freddezza e dell’indifferenza?

Mi viene in mente un breve racconto di Bruno Ferrero, scrittore e salesiano, che immagina un gruppo di persone estranee tra loro. Dopo un naufragio, intirizziti dal freddo, si trovano al buio attorno a un fuoco che piano piano si sta spegnendo. Ciascuno ha in mano un pezzo di legno con il quale può alimentare il fuoco per la salvezza di tutti, ma nessuno vuole gettare il suo pezzo, chi perché egoista, chi perché vede l’altro con la pelle diversa dalla sua, chi perché vuole guadagnarci e non lo getta per niente, chi perché… alla mattina li trovarono tutti assiderati con il fuoco ormai spento!

Fino a che ci teniamo stretti solo a noi stessi (il nostro pezzo di legno), non permetteremo all’altro di avvicinarsi e non potremo mai essere costruttori di fraternità, a partire dalla nostra comunità parrocchiale, dalla nostra famiglia, nelle nostre amicizie, cioè in quei luoghi dove si vivono le relazioni più strette e per questo anche più esposte alla crisi. Si tratta di fare della crisi e della difficoltà del convivere insieme, una opportunità per una vera fraternità che ha tutto il sapore del Vangelo, capace di addolcire le amarezze che spesso ci portiamo nel cuore e che rendono cupa la nostra vita e quella degli altri. Per questo San Francesco ringrazia e loda Dio per i suoi fratelli, assieme ai quali può vivere la forma di vita del Vangelo nella fatica e nella letizia di ogni giorno. Ricordando gli inizi del suo cammino di conversione dice infatti con tono di stupore: “Il Signore mi diede dei frati!”. I fratelli sono un dono inaspettato, che arriva forse quando meno te lo aspetti, un dono del quale ringraziare sempre la bontà di Dio, un dono da custodire, da valorizzare e da amare.

Ci auguriamo allora buona Quaresima! Il cammino penitenziale che ci apprestiamo a compiere ci porti a gustare “com’è bello e com’è soave che i fratelli vivano insieme” (Sal 133).

Pace e bene!

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