Esperienza di fraternità sacerdotale
L’Opera dei Sacerdoti Piccoli Apostoli presentata ai Vescovi di Carpi e di Modena, non un nuovo istituto ma un’unione di intenti e operativa per rilanciare le parrocchie e riportare il popolo a Dio.
di Maria Peri
1940 S. Giacomo R. Davanti al Casinone don Zeno con bastone scherza con Giovanni Tinti anziano. Presenti giovani e bambini. Si riconoscono Cesare Pollastri, Errante Belluzzi, Fernando Casadei e Paolo Sangi
Al termine della prima parte di questa trattazione (Notizie n. 12) abbiamo pubblicato il testo sottoscritto da don Zeno Saltini, don Giuseppe Diaco, don Elio Monari, don Ennio Tardini, don Nino Magnoni, don Arrigo Beccari e don Luigi Bertè con il quale intendevano dare vita ad un primo abbozzo di statuto dei Sacerdoti Piccoli Apostoli. Al termine dell’incontro, siamo al 23 gennaio 1943, i sacerdoti scrivono ai rispettivi vescovi – Dalla Zuanna e Boccoleri – per presentare loro l’iniziativa cercando di prevenire eventuali obiezioni.
Ecco il testo della lettera: “Eccellenze Reverendissime, I discorsi del Santo Padre, le pubblicazioni da parte degli Eccellentissimi Vescovi, le molteplici iniziative dei parroci, il generale discendere dei costumi e la voce che dalle masse popolari pare scaturisca quasi grido di lamento e invocante aiuto e salvezza, la generale accoglienza da parte di confratelli e di popolo delle iniziative dell’Opera Piccoli Apostoli che in undici anni di provata esistenza arriva alle masse accogliendo fanciulli abbandonati, organizzando spettacoli e conferenze pubbliche, diffondendo una stampa semplice e letta anche dai più lontani alla Fede, inquadrando una parrocchia con evidente successo secondo criteri conformi alle esigenze dei tempi; avendo già in programma di arrivare a dare alle parrocchie una sala cinematografia, una stampa quotidiana facile ed efficace, a organizzare laboratori al servizio dello stesso apostolato, ha orientato i sottoscritti ad unirsi a D. Zeno P. A. e D. Luigi P. A. in un vincolo di sola carità fraterna per tentare insieme di meglio potenziare l’apostolato affidatoci dal nostro Eccellentissimo Ordinario.
A tal fine abbiamo redatto insieme una specie di statuto che ci unisca come linea direttiva nella collaborazione fraterna dichiarando che ogni impegno derivante da esso è ex caritate non solo, ma senza la minima pregiudiziale alla nostra qualità di sacerdoti secolari appartenenti ad una determinata Diocesi”.