Ascesi quaresimale, itinerario sinodale
“Anche se i nostri impegni ordinari ci chiedono di rimanere nei luoghi di sempre, vivendo un quotidiano spesso ripetitivo e a volte noioso, in Quaresima siamo invitati a ‘salire su un alto monte’ insieme a Gesù, per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi”. Lo scrive il Papa, nel Messaggio per la Quaresima, sul tema: “Ascesi quaresimale, itinerario sinodale”. “L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce”, spiega Francesco: “Proprio come ciò di cui aveva bisogno Pietro e gli altri discepoli”.
“Per approfondire la nostra conoscenza del Maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità”, l’esortazione del Papa: “Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna. Questi requisiti sono importanti anche per il cammino sinodale che, come Chiesa, ci siamo impegnati a realizzare”. Di qui il parallelo tra l’ascesi quaresimale e il Sinodo: “Analogamente all’ascesa di Gesù e dei discepoli al Monte Tabor, possiamo dire che il nostro cammino quaresimale è sinodale, perché lo compiamo insieme sulla stessa via, discepoli dell’unico Maestro. Sappiamo, anzi, che lui stesso è la via, e dunque, sia nell’itinerario liturgico sia in quello del Sinodo, la Chiesa altro non fa che entrare sempre più profondamente e pienamente nel mistero di Cristo Salvatore”.
I due sentieri
“Il cammino ascetico quaresimale e, similmente, quello sinodale, hanno entrambi come meta una trasfi gurazione, personale ed ecclesiale”. Ne è convinto il Papa, che propone due “sentieri” da seguire per questo particolare tempo dell’anno. Il primo fa riferimento all’imperativo che Dio Padre rivolge ai discepoli sul Tabor, mentre contemplano Gesù trasfigurato. La voce dalla nube dice: “Ascoltatelo” (Mt 17,5). “Ascoltare Gesù”, la prima indicazione: “La Quaresima è tempo di grazia nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di lui che ci parla. E come ci parla? Anzitutto nella Parola di Dio, che la Chiesa ci offre nella liturgia: non lasciamola cadere nel vuoto; se non possiamo partecipare alla Messa, leggiamo le letture bibliche giorno per giorno, anche con l’aiuto di internet. Oltre che nelle Scritture, il Signore ci parla nei fratelli, soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto”.
La seconda indicazione per questa Quaresima che il Papa ci propone è quella di “non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. La luce che Gesù mostra ai discepoli è un anticipo della gloria pasquale, e verso quella bisogna andare, seguendo ‘Lui solo’. La Quaresima è orientata alla Pasqua: il ‘ritiro’ non è fine a sé stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione. Anche il percorso sinodale non deve illuderci di essere arrivati quando Dio ci dona la grazia di alcune esperienze forti di comunione. Anche lì il Signore ci ripete: «Alzatevi e non temete». Scendiamo nella pianura, e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità”.
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