La Puglia e la 194
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon.
Pochi giorni fa, la Regione Puglia, ha approvato delle linee guida per attuare gli articoli 2 e 5 della legge 194 in merito all’interruzione volontaria della gravidanza. I distretti, assieme ai comuni e assieme alle associazioni dei familiari, si sono resi disponibili per intercettare le donne in gravidanza in difficoltà, quelle che sovente ne richiedono l’interruzione, per proporre loro un aiuto con l’intento di portare a termine la dolce attesa.
Gli interventi pensati per queste donne sono di diverso tipo: psicologico, economico, umanizzante eccetera. Dopo pochi giorni dalla pubblicazione di queste linee guida sulla Gazzetta del Mezzogiorno, l’assessore al welfare si è scagliata contro l’iniziativa, aggettivandola come oscurantista e come palese manovra che interferisce contro il diritto delle donne di ricorrere all’aborto.
Questo violento intervento, di fatto, ha rimesso immediatamente in discussione la proposta, creando il solito tavolo di confronto, con il risultato che la buona volontà di dare maggiore compimento e completezza ai contenuti della stessa legge è stata giudicata una aggressione vera e propria nei confronti della libertà femminile. In realtà, l’intervento dell’assessore è segno di una grave ignoranza in quanto la legge stessa porta nel titolo “tutela sociale della maternità…”.
Quindi, la legge, non solo ha come obiettivo la possibilità che la donna interrompa la sua gravidanza ma che la sua stessa maternità venga tutelata in diversi modi. Questo intervento palesa veramente non l’interesse di accompagnare una donna in questo periodo estremamente fragile e delicato della sua vita ma solamente di fare una politica ideologica. Quando il fare della politica non mette al centro la persona, trasforma la vera vocazione politica in un focolaio di discordie, fazioni e guerriglie che non portano da nessuna parte. La legge, pur nelle sue parti controverse e ingiuste, prevede un supporto che le linee guida pensate dalla Regione Puglia non facevano altro che promuovere in maniera concreta.
I problemi molto spesso si risolvono quando una persona non si sente sola e non è lasciata realmente sola; i problemi diventano drammi quando la persona non ha nessuno intorno a sé e questo viene sovente acuito da una presunta difesa dei diritti che altro non è che l’espressione di una ideologia antiumana.