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Diario missionario dal Madagascar /8

Nella rubrica “Diario missionario dal Madagascar” gli appunti di viaggio quotidiani inviati da don Antonio Dotti, direttore del Centro Missionario di Carpi, che in questi giorni accompagna il vescovo Erio Castellucci nella visita pastorale sull’“isola rossa”, insieme a Francesco Panigadi, direttore del Centro Missionario di Modena

Diario missionario dal Madagascar /8

Ad Ambositra incontro con il Vescovo di Fianarantsoa

Foto Pagina Facebook Missio Modena

 

In questi giorni (26 giugno-7 luglio) il vescovo Erio Castellucci si trova in Madagascar per una visita pastorale accompagnato da don Antonio Dotti, direttore del Centro Missionario di Carpi, e Francesco Panigadi, direttore del Centro Missionario di Modena.

In questa rubrica pubblichiamo gli appunti di viaggio quotidiani inviati da don Antonio Dotti.

Giorno 9

L’alzata è per le 5. Ci aspettano 7 ore di pullman. Il tempo di un caffè veloce e del saluto a Emanuele (la Teresa è rimasta giustamente a dormire con la piccola Toky).

Faranno il viaggio con noi anche Deborah, don Luca e una madame che è la responsabile dei Servi della Chiesa di Reggio qui in Madagascar.

Il ritorno a viaggi prolungati su strade improvvisate produce in tutti, chi più chi meno, un senso di nausea. Le buche sono tante, a volte quasi voragini (eppure è la strada nazionale principale) ma il nostro autista Alain è veramente bravo, e non ha neanche fatto colazione. Ci fermiamo dopo molte ore così lui può mangiare qualcosa di veloce, bere un caffè, riprendersi un attimo. Lungo il viaggio don Luca ci racconta la sua missione da cinque anni a Manakara e anche il progetto culturale, la creazione di due percorsi universitari, in agronomia e in economia, che sta cercando di realizzare per dare futuro a questi giovani, altrimenti destinati come la stragrande maggioranza dei malgasci, ad affrontare le giornate cercando di sopravvivere.

Mi difendo dalla lunghezza del viaggio con la liturgia delle ore, il rosario e la settimana enigmistica.

Il panorama lentamente cambia, torniamo sull’altipiano, tornano le case di mattoni di terra e il freddo.

Vediamo ogni tanto assembramenti di gente, tutta sempre molto colorata. Se non sono villaggi con il giorno di mercato sono i momenti familiari di riesumazione dei cadaveri per propiziarseli (vedi il diario delle prime giornate). Questi “riti” vengono fatti se tu dovessi sognare quel parente e più in generale nella stagione fredda. Col caldo sarebbe peggio, sia per l’igiene che per il fetore che diventerebbe insopportabile. Quando accadono queste situazioni la gente accorre perché si fa festa e viene offerto da mangiare.

Arriviamo ad Ambositra alle 15.30. Non pranziamo. Ritroviamo Cecilia (Pellicciari) che ci conduce alla Casa della Carità (dove ceneremo) e alla vicina casa dei volontari, dove alloggeremo per una notte. Qui ci aspettavo il vescovo di Fianarantsoa, monsignor Fulgence Rabemahafaly, che non eravamo riusciti ancora ad incontrare. L’ospedale di Ampasimanjeva seguito da Cecilia dipende da questa diocesi.

Io, lei, Francesco e don Erio andiamo poi a piedi a visitare il padiglione di psichiatria dell’ospedale, finanziato dal nostro Centro Missionario di Carpi e dall’Associazione “Amici del Dongio” esattamente dieci anni fa. La targa all’ingresso lo ricorda e ricorda anche che fu un ennesimo progetto di Luciano Lanzoni. Cecilia ci racconta che fu proprio lui in Madagascar ad iniziare con questo padiglione l’attenzione per questo tipo di situazioni, prima di lui nessuno aveva ancora provato a fare nulla.

Ci saluta e ci ringrazia per la visita la dottoressa che segue il reparto. È bello vedere che il servizio funziona ancora e bene.

Andiamo a comprare souvenirs e ricordini perché questo è l’unico momento a disposizione di tutto il viaggio.

Alla sera cena con una sorpresa molto gradita: le suore hanno preparato dei deliziosi passatelli.

Andiamo a letto presto perché domani di nuovo sveglia alle 5, destinazione la capitale.

8-continua

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