Senso e tecnologia
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Il cristiano riconosce che Dio elargisce ad ogni persona una quantità smisurata di doni; regali totalmente gratuiti, senza chiedere nulla in cambio. Oltre a questi doni, ogni Suo figlio lo dota di particolari caratteristiche indispensabili per vivere la vita. Una di queste, una delle più importanti, è sicuramente l’intelligenza alla quale si sono date mille definizioni: a noi basti ricordare l’etimologia latina, intelligere, leggere dentro; l’uomo attraverso i suoi processi cognitivi riesce ad arrangiarsi egregiamente per capire, fare, organizzare etc. non ha bisogno di un dio baby-sitter ma è dotato da Dio stesso di tutti quegli strumenti per poter vivere e vivere bene. Addirittura, oggi, la scienza parla di “intelligenza vegetale”: una pianta non possiede un encefalo e una rete neurale ma le reazioni chimiche all’interno delle piante stesse possono fornire una base per formare apprendimento e memoria. Se la locuzione “intelligenza artificiale” indica anche la proprietà di una macchina di imitare, del tutto o in parte, l’intelligenza biologica, allora, l’IA può essere letta come un modo per risalire all’autore dell’intelligenza stessa: Dio.
L’intelligenza artificiale può regalare, nella sua applicazione in medicina, delle meraviglie a favore dell’uomo e per il bene, quindi, in buona sostanza, un’applicazione di un automa per il bene, può essere interpretata come l’esplicitazione della volontà di Dio. Ovviamente non tutti la pensiamo allo stesso modo: alcuni vedono il percorso della IA come una sostituzione inesorabile con il Dio di Gesù Cristo, dove, forse, l’uomo non se ne accorge nemmeno: le macchine sostituiranno la divinità senza colpo ferire. Emblematico il fatto che esistono diverse immagini della “creazione di Adamo” di Michelangelo che sono state rielaborate mettendo al posto della mano di Dio o di Adamo una mano di robot. La prossima settimana vedremo qualche esempio di questa sostituzione.
(1 – continua)