La
Attualità, Carpi, Chiesa
Pubblicato il Ottobre 23, 2024

La parrocchia di San Nicolò si prepara alla riapertura del Tempio monumentale

La parrocchia di San Nicolò a Carpi si prepara al grande evento della riapertura del Tempio monumentale. Nuovo slancio alle attività parrocchiali. Prosegue il servizio dei volontari della “storica” Mensa del Povero

di Virginia Panzani

 

Volontari della Mensa del Povero di San Nicolò

 

Una grandissima gioia per l’evento tanto atteso che ora diventa realtà. E’ questo il sentimento che unisce il parroco, padre Célestin (Celestino) Mbuama Ngalamulume, e i fedeli di San Nicolò a Carpi per la riapertura della loro chiesa. Un sentimento condiviso anche dalla vicina parrocchia di San Francesco, retta dallo stesso padre Célestin, con la quale da due anni San Nicolò vive ed opera in comunione pastorale, e, più in generale, dalla comunità ecclesiale e civile locale. “Il 1° novembre sarà una festa per la città – afferma padre Célestin – per quelli che si sentono parte della Chiesa, ma anche per chi non prega e non sente questa appartenenza, perché tutti amano San Nicolò, la sua bellezza, il suo patrimonio storicoartistico che eleva lo spirito”.

Padre Célestin, insieme a quattro confratelli, si stabilirà quanto prima presso il convento annesso al Tempio monumentale, riaccendendo qui la “fiamma” della presenza di una comunità religiosa dopo la partenza dei francescani nel 2019. Anche se la chiesa è stata chiusa dal 2012 ad oggi e nonostante le ristrettezze dovute agli spazi limitati dai danni del sisma, le attività parrocchiali sono proseguite con vitalità.

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La “storica” Mensa del Povero di San Nicolò

La Mensa del Povero di San Nicolò è da sempre una vera e propria istituzione a Carpi, la prima forma di “Caritas” sorta in città. Dal 2019, dopo la partenza dei frati minori, la Mensa si è costituita in un’associazione, presieduta per il primo quinquennio da Fabio Guaitoli e ora da Linda Bocchi. “Sono una sessantina i nuclei famigliari che seguiamo regolarmente – spiega la presidente -, con la distribuzione delle sporte alimentari – le consegniamo anche nelle case -, e con contributi in denaro per il pagamento delle utenze di luce e gas e degli affitti, per le spese del doposcuola e per quelle sanitarie. Ma la prima forma di accompagnamento è quella che si compie attraverso il centro di ascolto, aperto il mercoledì e il sabato, dove accogliamo i nostri fratelli e sorelle che si trovano in difficoltà e a cui cerchiamo di dare risposta alleviando un po’ il peso della vita che con loro, tante volte, non è stata clemente”.

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