Don
Carpi, Territorio
Pubblicato il Gennaio 2, 2025

Don Nellusco Carretti: una messa nel 20° anniversario della morte

"Come educatore è stato sempre molto attento alle nuove istanze giovanili con una speciale attenzione ai nuovi mezzi di comunicazione"

Don Nellusco Carretti

 

 

Sabato 4 gennaio ricorre il 20° anniversario della morte di don Nellusco Carretti. Nato a Gargallo l’8 ottobre 1933 a Gargallo, vive in famiglia l’educazione alla fede cristiana e questo lo porta alla chiamata al sacerdozio e, giovanissimo, entra nel Seminario diocesano. È ordinato sacerdote nel Duomo di Mirandola il 28 giugno 1959 e da lì prende il via la sua idea di pastorale, fatta di una capacità straordinaria di coinvolgere i laici e caratterizzata da un’attenzione speciale verso i giovani. È vicerettore del Seminario negli anni 1965-1967, poi è in varie comunità parrocchiali dove si adopera per far nascere lo scautismo, curando con passione ed entusiasmo la crescita e la formazione dei capi. A Quartirolo, dove è parroco dal 1972 al 1985, fonda il gruppo Carpi 4, affiancando capi e giovani, non solo per la parte spirituale ma in tutto il loro agire, e cura la loro formazione, spingendoli a partecipare alla vita dell’Associazione perché siano davvero parte attiva di una comunità. La capacità di incoraggiare e coinvolgere, valorizzando ognuno per le sue caratteristiche, ne fa un educatore straordinario: le persone si sentono amate e mai lasciate sole. Prende parte a vari Jamboree, perché crede fermamente nella apertura alle altre culture e alle opportunità date da queste esperienze internazionali. Nel 1984 nasce a Quartirolo la prima “colonia Castorini”, una proposta di scautismo per bambini e bambine tra i 5 e i 7 anni, sulla base dell’esperienza che don Nellusco aveva conosciuto l’anno prima in Canada. Era un uomo di relazione e cultura: sapeva tessere relazioni e amicizie. Ogni persona che avvicinava si sentiva speciale, ma cercava di allargare, di aprire la cerchia, superando steccati ideologici, politici, sociali e religiosi e sapeva adoperarsi al superamento di tensioni e contrasto. Come educatore è stato sempre molto attento alle nuove istanze giovanili con una speciale attenzione ai nuovi mezzi di comunicazione, nei quali credeva fortemente e per primo li sperimentava: la fotografia, lo sport, il cinema, il disegno.

Torna alla Casa del Padre il 4 gennaio 2005. Anche lui, come Lord Robert Baden Powell, aveva un linguaggio concreto e seguiva le intuizioni pedagogiche fondamentali del metodo scout: “Formazione del carattere, abilità manuale, salute e forza fisica, servizio del prossimo”, qualità semplici, ma che lui era in grado di fare vivere alle persone della parrocchia, dai ragazzi agli adulti. Anche per questo i giovani cresciuti nei suoi insegnamenti continuano a seguire il suo esempio sorridendo e cantando in ogni difficoltà.

Così lo ricordano i fratelli e le sorelle del Carpi 4: non sono sue parole ma un ritratto preciso, disegnato da chi lo ha conosciuto, che coglie sfumature e tinte forti del suo essere scout e sacerdote: “Impersonava lo stile scout in ogni momento dando una reale testimonianza di fede e di amore fraterno”.

(Tratto dal libro “1924 prima e dopo”, a cura di Fabio Balboni e Stefano Zerbini, pubblicato in occasione del centenario dello scautismo nella Diocesi di Carpi)

La Santa Messa di suffragio sarà celebrata sabato 4 gennaio alle 18 nella parrocchia di Quartirolo, nell’ambito dell’iniziativa “I nostri Cari”, in memoria dei defunti del gruppo Agesci Carpi 4. “Porta con te il tuo fazzolettone”.

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