Festival Abilità Differenti: a Milano espone Suresh Prandi
La prima mostra dell’artista che rompe ogni schema, fino al 26 settembre alla galleria Maroncelli 12
da sinistra Antoinia Jacchia, Suresh Prandi e Bianca Tosatti
Un’esplosione di emozioni, colori e sguardi che ti catturano e ti risucchiano. Si presenta così, con un titolo evocativo – “Spirito e spettri nel colore di Suresh” – la prima mostra personale di Suresh Prandi, artista esordiente dalla forza visiva sorprendente, inaugurata con grande partecipazione di pubblico il 27 maggio alla galleria Maroncelli 12 di Milano, curata dalla storica dell’arte Bianca Tosatti. L’esposizione, che rientra anche nella terza edizione del progetto Panopticon di Torino curato da Tea Taramino, resterà visitabile fino al 26 settembre e rappresenta uno degli appuntamenti più attesi del 27° Festival Internazionale delle Abilità Differenti, che dal 4 maggio e fino al 4 giugno anima l’Emilia-Romagna e non solo, portando arte, teatro e cultura in diverse città, da Carpi a Bologna e Milano. La mostra poi proseguirà nella galleria Gliacrobati di Torino, a giugno-luglio 2026.
Suresh, nato a Bangalore e adottato a 8 anni da una famiglia di Campogalliano (MO), ha trovato nell’atelier Manolibera della Cooperativa Sociale Nazareno lo spazio per esprimere il suo mondo interiore. Un mondo fatto di campiture dense, tratti neri decisi, occhi ipnotici e stratificazioni cromatiche che sembrano respirare sotto la superficie del foglio. Il talento di Suresh non è passato inosservato: Bianca Tosatti ha colto subito l’urgenza comunicativa delle sue opere. «Sono rimasta tramortita come Bergotte davanti a Vermeer», scrive, «erano colori fortissimi, grovigli di sensazioni sopra i fogli». E ancora: «È l’immagine che guarda il soggetto».
Il percorso di Suresh è anche un viaggio di riconoscimento e bellezza: dopo il diploma in agraria e la passione per la ginnastica (trasmessa dal mito Cristiano Ronaldo), l’artista ha trovato nell’arte un nuovo corpo e una nuova voce. Come racconta Sergio Zini, presidente della Cooperativa Sociale Nazareno: «La fragilità può essere uno spazio di creazione e libertà. Manolibera è diventata questo: casa e futuro». Una mostra da vedere e da sentire. Per lasciarsi guardare dall’occhio di Suresh.
Di seguito alcune dichiarazioni degli ospiti che sono intervenuti al vernissage.
Dichiarazioni della storica dell’arte Bianca Tosatti
“Mi è capitato di andare a Manolibera, il laboratorio della Nazareno, e sono rimasta tramortita come successe a Bergotte davanti al quadro di Vermeer. Ci sono cose che non implicano parole e neanche logica ma che colpiscono dritto alla pancia e al cuore. Erano i colori fortissimi e il groviglio di sensazioni estetiche sopra i fogli prodotti da un ragazzo indiano che si chiama Suresh.
Suresh scava nei propri desideri e li esprime in una tavolozza di colori materici che rompe ogni schema di prospettiva. In tutte le sue opere l’artista dimostra una sensibilità per il colore e una capacità di modularlo con tagliente precisione.”
Dichiarazione di Antonia Jacchia, direttrice di Maroncelli 12
“Siamo lieti di ospitare il debutto sulla scena artistica di Suresh Prandi con una mostra che dopo Milano, presso Maroncelli 12, proseguirà a Torino il prossimo anno.
Grazie a Bianca Tosatti ho visitato la Cooperativa Nazareno che agisce con una cura e una premura che mi ha commosso. Qui Suresh Prandi realizza le sue opere: colori avvolgenti, occhi come specchi dentro cui sprofondare; siamo stati risucchiati dal colore così vivo e materico dei suoi quadri. La mostra sarà a Maroncelli 12 fino al 26 settembre.”
Dichiarazione di Tea Taramino, curatrice di Panopticon a Torino
“Panopticon, dal 2023, è un percorso esplorativo, di studio e valorizzazione delle potenzialità dell’arte con particolare attenzione ad artisti e artiste che lavorano in modo significativo su esperienze e vissuti mentali di isolamento, costrizioni fisiche, psichiche o sociali.”
Dichiarazione di Sergio Zini, presidente della Cooperativa Sociale Nazareno
“La nostra è una storia di impegno e di umanità, nata dal desiderio profondo di costruire un mondo in cui la fragilità non sia vissuta come un limite, ma come un’occasione di incontro, di crescita reciproca, di bellezza condivisa. Da oltre trent’anni camminiamo accanto a persone straordinarie. L’arte per molti di loro è diventata uno strumento di espressione potente. Grazie all’atelier Manolibera questi talenti hanno trovato casa, libertà e voce.”