Leone XIV ai movimenti dell’Arena di Pace, “la nonviolenza come stile di vita”
Leone XIV ha incontrato venerdì 30 maggio le associazioni dell’Arena di Pace. “Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace” ha affermato, “ci rendiamo sempre più conto che non si tratta solo di istituzioni politiche, nazionali o internazionali, ma è l’insieme delle istituzioni - educative, economiche, sociali - ad essere chiamato in causa”
Foto Calvarese / SIR
“C’è troppa violenza nel mondo, c’è troppa violenza nelle nostre società”. Lo ha detto Leone XIV incontrando venerdì 30 maggio i rappresentanti dei movimenti e delle associazioni che un anno fa hanno animato l’Arena di Pace a Verona: “I ragazzi e i giovani hanno bisogno di esperienze che educano alla cultura della vita, del dialogo, del rispetto reciproco. E prima di tutto hanno bisogno di testimoni di uno stile di vita diverso, nonviolento”. Il Papa ha incoraggiato l’impegno “dal basso” dei movimenti popolari che “con la creatività e genialità che nascono dalla cultura della pace, state portando avanti progetti e azioni al servizio concreto delle persone e del bene comune”. “Il cammino verso la pace richiede cuori e menti allenati e formati all’attenzione verso l’altro”, ha spiegato, ribadendo che “la strada che porta alla pace è comunitaria, passa per la cura di relazioni di giustizia tra tutti gli esseri viventi”. “Quando coloro che hanno subito ingiustizia e le vittime della violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace”, ha affermato il Pontefice: “La nonviolenza come metodo e come stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, le nostre relazioni, le nostre azioni”.
“Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace” ha proseguito il Santo Padre. “Ci rendiamo sempre più conto che non si tratta solo di istituzioni politiche, nazionali o internazionali, ma è l’insieme delle istituzioni – educative, economiche, sociali – ad essere chiamato in causa”, ha spiegato il Papa, citando l’enciclica Fratelli tutti. “Il Vangelo e la Dottrina Sociale sono per i cristiani il nutrimento costante di questo impegno; ma al tempo stesso possono essere una bussola valida per tutti”, ha sottolineato: “Perché si tratta, in effetti, di un compito affidato a tutti, credenti e non, che lo devono elaborare e realizzare attraverso la riflessione e la prassi ispirate alla dignità della persona e al bene comune”. Infine l’esortazione: “Vi incoraggio all’impegno e ad essere presenti: presenti dentro la pasta della storia come lievito di unità, di comunione, di fraternità”. E un auspicio: “La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata, nella fiduciosa speranza che essa è possibile grazie all’amore di Dio, ‘riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo’”.
FONTE: SIR