Diocesi. Castellucci: “La vera chiave di lettura degli avvenimenti ecclesiali è la gratitudine”
A Modena si è svolta l’assemblea interdiocesana che ha posto le basi l’unificazione che potrebbe essere definitiva all’inizio del 2026
Luigi Lamma
“Considerato il percorso fatto fino ad ora a settembre si potrebbe iniziare con i nuovi servizi pastorali e con l’inizio del 2026 vedere completata l’unificazione delle due diocesi”. E’ quanto ha dichiarato il vescovo Erio Castellucci, parlando con i giornalisti al termine dell’affollata assemblea interdiocesana che si è svolta la sera del 3 giugno a Modena, presso la parrocchia di Gesù Redentore. Una tabella di marcia di cui si era percepita l’accelerazione una volta preso atto che l’attivazione di una nuova organizzazione pastorale e la suddivisione territoriale potevano prendere corpo anche senza la formale definizione giuridica della nuova diocesi. Mons. Castellucci si è poi detto soddisfatto del clima di collaborazione e dello spirito costruttivo che ha riscontrato nelle due diocesi chiamate a procedere ad un processo di unificazione che nessuno immaginava avvenisse in tempi così ravvicinati. I lavori si erano aperti con la preghiera per la pace, in particolare per le vittime del conflitto israelo-palestinese, non per ignorare le altre guerre in atto – ha detto il Vescovo – ma perché in questo si sommano tutte le crudeltà oltre ad avere a cuore quei luoghi che per i credenti sono Terra Santa. “Cristo, nostra pace, abbi pietà di noi” ha affermato il Vescovo invitando ognuno a farsi operatore di pace a partire dal contesto in cui si trova. Al centro delle relazioni previste l’invito a leggere i segni dei tempi sia nel contesto ecclesiale che nella società in cui la chiesa è immersa come presupposto per una verifica dell’anno pastorale che si chiude e per rilanciare i temi del prossimo cammino. “Serve uno sguardo veramente cattolico, cioè universale, anche per accompagnare il processo di unificazione delle nostre due diocesi”, ha affermato Castellucci che si è soffermato sugli eventi ecclesiali che hanno caratterizzato i primi mesi di quest’anno: la malattia e la morte di Papa Francesco, con la potenza degli ultimi gesti e delle ultime parole, il Conclave con tutte le dinamiche di affidamento all’opera dello Spirito e infine l’elezione di Papa Leone XIV. Sono eventi ai quali ci si può accostare con varie chiavi di lettura, alcune ridicole, altre, le più diffuse, insistono su analisi geopolitiche ma non sono evangeliche. L’unica chiave di lettura che dobbiamo assumere come autentici credenti, ha sottolineato Castellucci, è la gratitudine verso il Signore: per Papa Francesco, per Papa Leone. Secondo sant’Agostino “pascere il gregge è un servizio d’amore”, non c’è altra logica se non quella domanda che Gesù rivolse a Pietro: “mi ami tu più di costoro?”, ecco avere un amore grande per il Signore, a questo è chiamato il Papa. La gratitudine è anche la lente corretta per guardare al magistero dei Papi mentre purtroppo anche tra i cattolici emerge spesso un giudizio selettivo sui temi e sui contenuti. Il discernimento va sempre attuato e non si pretende un appiattimento di giudizio ma è importante una visione complessiva e non affidarsi solo ai titoli dei giornali. “Le nostre comunità parrocchiali, le associazioni, i gruppi devono alzare lo sguardo, respirare di più il senso della chiesa universale. E’ questo sguardo davvero cattolico e universale che ci deve dare una mano in vista dell’unificazione delle due diocesi”.
Gli approfondimenti
Dopo l’intervento del vescovo Castellucci si sono succeduti alcuni approfondimenti per orientare e dare conto all’assemblea, di fronte a centinaia di operatori pastorali particolarmente interessati, del percorso di unificazione già compiuto dalle due diocesi. A monsignor Giuliano Gazzetti, vicario generale di Modena-Nonantola, è stato affidato il compito di riprendere gli ambiti pastorali individuati dal convegno CEI di Verona del 2006, più aderenti alla vita reale delle persone e delle comunità, e hanno ispirato le scelte della riorganizzazione pastorale della nuova diocesi. Don Maurizio Trevisan, vicario per la pastorale di Modena-Nonantola, ha illustrato nel dettaglio la ristrutturazione territoriale con la presentazione dei nuovi vicariati e l’assetto dei Servizi pastorali che prenderanno il posto degli Uffici, suddivisi in due grandi macroaree dell’annuncio e della prossimità. Non solo un cambiamento estetico ma sostanziale all’insegna della sussidiarietà, della sinodalità e della prossimità territoriale che deve caratterizzare l’operatività dei Servizi. Su questi punti seguirà poi un coinvolgimento diretto dei consigli pastorali parrocchiali e zonali, attraverso delle schede di consultazione. A chiudere gli interventi don Carlo Bellini, vicario per la pastorale di Carpi, ha proposto alcune suggestioni con cui affrontare il tema della pace, proposto come traccia per il prossimo anno, invitando ad ampliare l’orizzonte delle collaborazioni e delle interazioni anche al di fuori della chiesa, a studiarne i suoi fondamenti biblici ed evangelici, a farsi promotori di scelte coraggiose e profetiche per dare concretezza ai tanti pronunciamenti del magistero della chiesa: dalla lotta al commercio delle armi alle dinamiche conflittuali all’interno delle parrocchie, dalla condivisione con i giovani, i poveri, fino a comprendere gli esponenti delle altre religioni.