Sociale: il lavoro tra fattore umano e innovazione tecnologica
Esperti ed esponenti delle associazioni economiche modenesi hanno incontrato mons. Castellucci e i centri diocesani di pastorale sociale
professoressa Chiara Franco
Nicola Marino*
Sta diventando una piacevole consuetudine l’appuntamento con il Vescovo e gli esponenti delle associazioni economiche e sindacali del territorio. Piacevole in quanto tutti i partecipanti ne colgono la necessità, quale luogo “neutro” in cui riflettere sulle tante tematiche legate al lavoro non in modo “tecnico” ma a partire da uno sguardo etico e spirituale. Il tema messo a punto dai Centri per la pastorale del lavoro delle diocesi di Carpi e di Modena-Nonantola, oramai integrati nelle loro attività nel percorso verso una sola diocesi, quest’anno era “il lavoro per la realizzazione della persona”. In una fase storica in cui il lavoro non sembra più essere centrale nelle storie di vita individuali, dove le nuove generazioni tendono a vivere l’esperienza lavorativa con meno coinvolgimento rispetto alle precedenti, e dove tecnologie e Intelligenza Artificiale stravolgeranno ulteriormente la situazione, riflettere su questo tema è apparso quantomai d’attualità. Ci ha aiutato ad entrare nel merito la prof.ssa Chiara Franco, docente di Politica economica all’Università di Pisa, responsabile dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro di Reggio Emilia. Insieme a lei, ci siamo posti alcune domande: che tipo di lavoro ci aiuteranno a costruire le macchine “intelligenti”? E sarà un lavoro soddisfacente? Fino ad oggi il lavoro ha impattato sulla nostra felicità da un lato generando le risorse materiali utili a rispondere ai nostri bisogni, dall’altro rappresentando il luogo in cui realizzarsi e crescere. Maggiore è l’allineamento tra i nostri valori personali e quelli che troviamo sul luogo di lavoro, maggiore è la soddisfazione, soprattutto se in esso valorizziamo le nostre competenze, abbiamo un sufficiente spazio di autonomia, e soprattutto coltiviamo delle relazioni significative. Trovare un significato, un senso al lavoro è di fatto l’ingrediente che produce la soddisfazione duratura e profonda del lavoratore. In questo la Dottrina Sociale della Chiesa è maestra e ha aiutato a comprendere l’importanza dei valori etici sul lavoro, aspetti oggi recepiti dalle migliori teorie di organizzazione aziendale, così come da obiettivi politici ed economici a vari livelli.
Ma al di là della “moda” del benessere aziendale, la rivoluzione tecnologica in arrivo sconquasserà questa visione? Certamente vi è un rischio di disumanizzazione del lavoro; già ora la componente relazionale sembra essere messa, in certi campi, in discussione. La tecnologia aiuterà senz’altro a ridurre i compiti più faticosi, con benefici in termini di salute fisica, ma porta anche il rischio di incidere negativamente sulla soddisfazione lavorativa. Oggi è presto per comprendere la portata complessiva dei cambiamenti innescati dalla intelligenza artificiale, ma occorre mantenere alta la riflessione anche su questi aspetti, non secondari. Il dibattito è proseguito con la riflessione di Don Erio, che ha ricordato quanto è centrale il tema del lavoro nella vita delle Chiesa e nella spiritualità cristiana. “Frutto della terra e del lavoro dell’uomo…” ripetiamo ogni volta nella liturgia. Non a caso: il frutto che ci viene donato, il grano, si trasforma in pane grazie al lavoro, così come il vino. Pane e vino simboleggiano la nostra vita, e con la consacrazione e l’eucarestia, la comunione diventa incarnazione totale tra il nostro vissuto, il nostro lavoro, e Cristo, per la realizzazione di una nuova società. Ecco allora che, se l’esperienza eucaristica ci unisce a Dio, con se acquisisce valore assoluto il nostro lavoro. La fede cristiana dà una motivazione altissima di senso al lavoro. Per favorire il dialogo e il confronto tra i partecipanti, l’assemblea si è poi suddivisa in tre gruppi, condotti rispettivamente Don Giuliano Gazzetti, vicario generale, dal prof. Enrico Gragnoli e il prof. Alberto Tampieri entrambi giuslavoristi e docenti rispettivamente all’Università di Parma e di Modena-Reggio Emilia. Il ricco dibattito ha permesso di approfondire ulteriori aspetti, con particolari attenzioni alla visione del lavoro che si registra tra i giovani. Un confronto proficuo, ricco di spunti utili sia per la diocesi che per le associazioni presenti.
*Centro pastorale sociale e del lavoro Diocesi di Carpi