Neocatecumenali.
Attualità, Chiesa
Pubblicato il Agosto 5, 2025

Neocatecumenali. A Roma per l’Incontro vocazionale 120mila giovani

Dopo aver partecipato al Giubileo. Presente anche una delegazione di 16 ragazzi dalla diocesi di Carpi.

ph Vatican Media

Nella spianata di Tor Vergata 120 mila giovani si sono ritrovati, lunedì 4 agosto, per un incontro vocazionale con l’equipe internazionale del Cammino Neocatecumenale. Circa 5 mila ragazzi e altrettante ragazze hanno risposto alla “chiamata”, manifestando la disponibilità a intraprendere un discernimento per il sacerdozio e per la vita consacrata. Presente una delegazione di giovani dalla diocesi di Carpi già a Roma per partecipare al Giubileo dei Giovani e agli incontri con il Papa

 

Stupore e gratitudine sono le prime emozioni che si provano nel vedere “un fiume” di ragazzi, prima, e ragazze, poi, camminare veloci, alcuni correre verso il palco, passando nel corridoio centrale della spianata di Tor Vergata per ricevere una benedizione dai cardinali e vescovi presenti, manifestando così la disponibilità a verificare la loro vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata. È quanto avvenuto, lunedì 4 agosto, durante la chiamata vocazionale al termine della Liturgia della Parola nell’incontro che il Cammino Neocatecumenale organizza, di solito, il giorno dopo la Messa del Papa in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù. I ragazzi del Cammino sono dunque tornati, ieri pomeriggio, nella stessa spianata di Tor Vergata dove avevano partecipato, la domenica, alla Celebrazione Eucaristica presieduta da Leone XIV, questa volta per il Giubileo dei giovani.

In 120 mila dai cinque Continenti sono così venuti, sfidando ancora una volta il caldo e la stanchezza e manifestando, al contrario, una gioia contagiosa. Sono venuti accompagnati dai loro catechisti dopo aver compiuto un pellegrinaggio annunciando il Vangelo fino ad arrivare a Roma. I gruppi più numerosi sono gli italiani, 22 mila, gli spagnoli, 17 mila, e gli statunitensi 11 mila. Commovente vedere il gruppo dell’Ucraina: circa 500 giovani erano raggruppati in un settore centrale di Tor Vergata, sventolando le bandiere gialle e blu. E c’erano giovani anche da Russia, Estonia, Georgia e Kazakhstan: circa 350; poi dalla Terra Santa in 120 e perfino 600 dall’Oceania. Dall’Africa sono arrivati in 630, ma tanti ragazzi non sono potuti arrivare per i problemi con il visto. I numeri danno un’immagine della presenza davvero internazionale di questi appuntamenti dove si sperimenta una profonda comunione. Lo sventolio delle bandiere di 109 Paesi del mondo, regalava infatti un colpo d’occhio impressionante rendendo visibile la parola del profeta Isaia, ricordata con il canto eseguito sul palco “Io vengo a riunir tutte le Nazioni”. All’inizio, in processione, un centinaio di sacerdoti hanno portato l’icona della Vergine Maria sul palco dove campeggiava una grande Croce e anche un’immagine della Serva di Dio, Carmen Hernández, iniziatrice con Kiko del Cammino Neocatecumenale.

La Liturgia della Parola

A presiedere la Liturgia della Parola, il cardinale Baldassare Reina, vicario per la Diocesi di Roma. Presenti altri cinque porporati: Fernando Filoni, Grzegorz Ryś, Jean-Claude Hollerich, Marc Ouellet, Andrew Yeom Soo-jung. E 30 fra arcivescovi e vescovi, tra cui il vescovo ausiliare di Roma, Michele Di Tolve.

Dopo la proclamazione del Vangelo, il cardinale Reina ha portato ai presenti il saluto e l’abbraccio del Papa. “Questo incontro è la risposta all’invito di Papa Leone: aspirate alla santità”, ha detto. Ricordando che viviamo in una società in cui Dio sembra messo ai margini, un tempo segnato dalla solitudine, il porporato ha esortato a accogliere la chiamata di Dio che non vuole togliere nulla alla nostra felicità, anzi “rende i nostri progetti più grandi”. “Siate giovani felici, siate giovani santi”, ha concluso. “Noi veniamo a raccogliere i frutti del vostro incontro con il Papa”, ha detto l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale, Kiko Argüello, introducendo l’evento accompagnato da uno scrosciante appaluso per Leone XIV. “È molto importante – ricorda – che la fede del vostro Battesimo, che state ravvivando nel Cammino Neocatecumenale, sia cementata su Pietro”. A Roma sono state martirizzate “le colonne della Chiesa: San Pietro, San Paolo e anche tantissimi cristiani!”. Fin dall’inizio Kiko ha voluto ricordare il giovane pellegrino spagnolo Ignazio Gonzálvez ricoverato all’Ospedale Bambin Gesù nei giorni scorsi. La Sala Stampa della Santa Sede ha poi fatto sapere che Papa Leone XIV, è andato a trovarlo.

L’annuncio del kerygma

La catechesi di Kiko parte dal passo biblico del peccato di Adamo ed Eva: l’inganno del demonio è quello di far credere all’uomo di essere autonomo, di poter decidere ciò che è bene e male, di non aver bisogno “di obbedire a nessuno”. “Siamo in una società in cui si vuole annullare l’obbedienza, obbedienza ai maestri, obbedienza al padre”, ricorda. “Il peccato significa aver accettato questa catechesi del demonio, che tu devi essere dio di te stesso. Questo peccato che abita nell’ io ontologico del mio essere, mi obbliga per prima cosa a offrire tutto a me”. Da questo inganno, dall’aver tagliato le radici del proprio essere da Dio, deriva una solitudine profonda, un’incapacità di amare. Perché in fondo tanti giovani si uccidono? “Perché non sono per nessuno”, sottolinea Kiko.

Forte risuona l’annuncio del kerygma fatto da Kiko nella spianata di Tor Vergata. Dio ha bisogno della tua libertà, perché come ricorda Sant’Agostino: “Dio che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te”. L’invito è, dunque, alla conversione a Cristo che ha dato la sua vita per noi, è morto per noi, è risuscitato, è salito al Cielo per intercedere per noi, perché possiamo ricevere una vita nuova. Cristo infatti ha mostrato un’altra forma di amore sulla Croce. E anche noi siamo chiamati a partecipare a questo amore, dal quale riconosceranno che siamo suoi discepoli.  La santità si esprime proprio in questo amore per gli altri. Prima delle chiamate vocazionali, Kiko ha anche voluto dire qualche parola proprio sulla verginità che fa presente l’escatologia: apre il Cielo perché non è di questo mondo.

Le “chiamate”

Incoraggiando i giovani, padre Mario Pezzi, membro dell’equipe internazionale del Cammino Neocatecumenale, ha rivolto alcune parole sulla loro vita di fede, ben conoscendo i problemi dei ragazzi e le loro dinamiche esistenziali: “A volte il demonio vi tenta a non andare in comunità”, ha detto, “ma quando assaggerete il suo veleno di morte, abbiate il coraggio di ritornare alla comunità perché sarete sempre ben accolti e non giudicati”. Nella realtà odierna quanti giovani hanno soldi, comfort, culto del corpo ma internamente molti hanno enormi sofferenze, ha poi notato per esortare i ragazzi a convertirsi e a vedere come sia meraviglioso se il Signore li chiama a diventare presbiteri e, alle ragazze, alla vita consacrata.

Anche Ascensión Romero ha ricordato l’importanza della verginità nella Chiesa primitiva: “Un carisma importantissimo, nella clausura, nella vita attiva”. In una società dove tutto è connesso c’è anche molta solitudine, le reti sociali non creano la comunità, ha evidenziato sottolineando come sia un dono avere una comunità di fratelli.

La chiamata vocazionale e i canti hanno poi suggellato l’incontro che rimarrà nel cuore e nella vita di questi ragazzi, come tanti anni prima è rimasto impresso nell’anima dei loro genitori, che fin dalle prime Gmg si sono messi in cammino per ascoltare la voce di Cristo e scoprire la loro vocazione.

Debora Donnini

Fonte Vatican News

 

 

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