Avvento, desiderio di bene e impegno concreto
Francesco Panigadi, direttore del Servizio interdiocesano di pastorale missionaria, ha scritto ai “nostri” missionari
di Francesco Panigadi, Direttore del Servizio interdiocesano di pastorale missionaria
Carissime missionarie e missionari, abbiamo iniziato l’Avvento che è sempre un tempo di Speranza per l’attesa della venuta di Colui che ci piace chiamare il Principe della Pace. In questo tempo giubilare abbiamo riflettuto tanto sul significato della Speranza e il vescovo Erio ci ha chiesto di dedicare quest’anno pastorale al tema della Pace. L’Avvento è un tempo segnato dall’attesa e dal desiderio di un incontro, quello con il Signore Gesù, segno di speranza e di pace per tutti i popoli. Papa Leone ci ha ricordato che la speranza non è ottimismo superficiale né rassegnazione mistica, ma impegno concreto, desiderio di bene, volontà di cambiare ciò che non funziona. È un invito a trasformare le comunità in luoghi di ricostruzione morale e ambientale.
Tutti noi siamo quindi chiamati ad un “impegno concreto, desiderio di bene” e voi missionarie/i ci siete di esempio ogni giorno! In contesti spesso non facili per diversi motivi, continuate ad essere testimoni del Vangelo di Gesù che ci chiede di essere fratelli e sorelle con tutti anche in situazione dove questo sembra impossibile. Penso a molti di voi che non si stancano di dedicarsi alla educazione, alla scuola, alla sanità, alla costruzione di infrastrutture per rendere più facile la vita delle donne e degli uomini con cui condividete il cammino. Penso a tutte/i voi che avete scelto di stare accanto agli ultimi, agli emarginati, a chi professa una religione diversa dalla nostra.
Gesù stesso fin dal momento della sua nascita è stato con gli emarginati e i lontani come leggeremo nei giorni di Natale: i pastori erano considerati impuri ma sono i primi ad andare da Lui. Il vescovo Erio termina la sua ultima lettera pastorale con una bellissima preghiera a Maria nella quale possiamo leggere “Madre di Dio, hai dato alla luce il Figlio dell’Altissimo nel luogo meno degno di lui: una mangiatoia, dentro la stalla di uno sperduto villaggio della Palestina; ma proprio lì, dove ancor oggi abitano povertà, guerra e miseria, hai deposto un seme di pace”.
Grazie a voi, amiche e amici in missione, che ci fate vedere che la condivisione con i lontani (non solo geograficamente) è possibile. Grazie perché siete di stimolo anche a noi che camminiamo verso l’unificazione delle due diocesi di Carpi e Modena-Nonantola e a volte ci perdiamo in discussioni su cose piccole dimenticando che questo cammino potrebbe aiutarci a cercare nuove strade per avvicinare chi ancora non conosce (o ha dimenticato) la bellezza del Vangelo che è Gesù stesso. A proposito di questo approfitto per presentarmi.
Mi chiamo Francesco, sono sposato da più di trent’anni con Lara e abbiamo quattro figli ormai grandi. Insieme a mia moglie, dopo un viaggio di nozze in Brasile in visita ad una amica missionaria, abbiamo fatto un periodo in Madagascar e là e nata la nostra prima figlia. Al rientro in Italia la missione è rimasta nel nostro cuore e io ho lavorato in vari ambiti legati al mondo missionario: prima nel commercio equo e solidale e quindi al centro missionario di Reggio Emilia a e poi di Modena.
Il vescovo Erio mi ha indicato come responsabile del Servizio di pastorale missionaria delle diocesi di Carpi e Modena-Nonantola (al momento ancora divise ma in vista dell’unificazione). Non conosco molte/i di voi ma fortunatamente la presenza a Carpi di Alessandra, Raffaella e Patrizia mi aiuta molto a iniziare a conoscervi e ad apprezzare il bel lavoro che portate avanti in tanti luoghi. Sono grato per questa opportunità e sono certo che lavorare insieme ci potrà arricchire reciprocamente. Spero di aver occasione di conoscervi personalmente quando passerete in Italia o, perché no, se ci sarà l’occasione, di venirvi a trovare. Soprattutto vi chiedo di pregare per questo cammino di unità: in fondo stiamo vivendo anche noi un tempo di attesa e speriamo di viverlo alla Luce di quel Gesù che viene come segno di Pace. Noi ci impegniamo a pregare per tutti voi e i popoli con cui camminate.




