Canalchiaro
Canalchiaro 149, Chiesa
Pubblicato il Dicembre 19, 2025

Canalchiaro 149, trasformare l’acqua in vino: teologia, filosofia, saperi

La prolusione del domenicano Marco Salvioli ha aperto l’anno accademico dello Studio Teologico Interdiocesano

di Andrea Romoli, Seminarista – Seminario di Modena e Carpi

Il gioco è il modo con cui il bambino interpreta il reale abitandolo. Anche il pensare può essere considerato un gioco e la prolusione, come indica la parola proludere da cui proviene, è ciò che può riaprire il “gioco del pensare” all’interno di una comunità accademica. Questo è quanto abbiamo cercato di fare noi come comunità dello Studio Teologico Interdiocesano nella giornata di mercoledì grazie all’intervento del prof. Marco Salvioli, domenicano e docente di antropologia filosofica e teologia fondamentale presso lo Studio filosofico domenicano di Bologna.

“Gaudium de veritate” affermava san Tommaso D’Aquino: conoscere la verità, ricercare la sapienza è un esercizio piacevole di per sé perché ci aiuta a riscoprire la nostra vera umanità. A volte ci chiediamo a che cosa serva studiare ma lo studio non deve avere per forza una ricaduta utilitaristica. Nell’enciclica Veritatis Gaudium papa Francesco prende come criterio prioritario e permanente per lo studio teologico la contemplazione. La contemplazione cristiana, lungi dall’essere autoreferenziale e chiusa in se stessa, deve esprimersi con ridondanza e generare condivisione. In essa gli altri sono sempre inclusi in una circolarità di relazione e da questo nasce anche il valore della condivisione dei saperi.

Alla luce di ciò, guidati dal prof. Salvioli, abbiamo provato dunque a riflettere sul rapporto tra teologia, filosofia e altri saperi. Il sapere che procede gratuitamente da Dio può essere attinto dalla sola conoscenza delle Scritture o serve l’apporto della filosofia e dei saperi umani? Non c’è il rischio, così facendo, di annacquare e indebolire la verità salvifica rivelata? Siamo in fin dei conti abituati a pensare “la teologia” e “la filosofia” come discipline e blocchi fra loro separati; in realtà il pensare è l’incontro tra la rivelazione e l’intelligenza umana nell’atto di fede viva in ordine al fine ultimo.

Rivelazione e intelligenza non sono dunque in antitesi ma possono essere integrate e ritrovare la loro unità nell’atto di fede viva, in cui la conoscenza umana viene valorizzata e perfezionata nell’orizzonte del fine ultimo. San Tommaso ci ricorda che questa operazione non significa tanto mescolare i vari saperi quanto trasformare, sull’esempio di Cana, l’acqua in vino. Il Signore chiede ai suoi servi di riempire prima le loro giare con l’acqua, solo dopo avviene il mira-colo della sua conversione nel vino dell’intelligenza spirituale. Non è dunque un miracolo che avviene senza la nostra collaborazione. In quest’orizzonte lo studio della filosofia è conoscere l’acqua dalla quale Dio vuole procedere per compierlo. La grazia non distrugge la natura ma la porta a perfezione. Chi cerca la verità cerca Dio.

Bisogna però stare attenti, una volta ottenuto il vino, a non farlo ridiventare acqua, il quale sarebbe un pessimo miracolo! San Bonaventura in tal senso ci mette in guardia dal rischio di ridurre la rivelazione alle nostre categorie filosofico-scientifiche. Non bisogna voler provare la fede tramite le scienze umane, la filosofia non può intervenire all’interno della rivelazione per ridurre la teologia a sé perché l’orizzonte rivelato può essere accolto solo per fede. Non è tanto la questione dei metodi e dei saperi dunque ad essere diminuente, ma il valore che diamo alla fede nello sviluppo del pensiero.

San Bonaventura e Tommaso, per quanto abbiano posizioni differenti, appartengono a quella scuola scolastica medievale in cui non troviamo una divisione eccessiva fra discipline. Nella teologia medievale è infatti ancora possibile custodire l’unità dei saperi per cercare di integrarli a pieno in uno sguardo capace di includere ed elevare. Oggi assistiamo invece ad una vasta frammentazione e disgregazione, a causa dell’iperspecializzazione dominante del nostro sistema formativo e culturale, che ricerca soprattutto nell’ottica produttiva il vantaggio dell’efficienza. È ancora possibile dunque custodire l’unità? Come poter affrontare nel nostro contesto contemporaneo questa sfida?

La Teologia può essere il principale sostenitore della comunicazione e unità dei saperi, perché la fede può sostenere che tutto procede da Dio e tutto a Dio ritorna. Così facendo sostiene la speranza di poter avere una conoscenza viva, nutriente e vitalizzante. Dio, nella sua condiscendenza, ha assunto le parole degli uomini per donarci la sua Parola. Compito nostro è rendere accessibile quella Parola ad altri contesti, non annacquandola ma rendendola un vino assimilabile. A partire dall’altro, dall’acqua, non dal nulla; perché il Signore è già all’opera per mezzo del suo Spirito nei vari contesti e saperi che noi incontriamo. È necessario quindi ritrovare un ascolto e una valorizzazione dell’opera di Dio ovunque.

In fin dei conti l’intelligenza umana è anch’essa opera di Dio e partecipa dell’intelligenza divina. Nessuna falsità è talmente falsa da non contenere almeno una scintilla di verità, l’unico punto di discontinuità e limite in tal senso è il mistero del male. Anche se spesso si assiste a un disprezzo della verità e a un disamore per la conoscenza (pensiamo alle fake news o al fenomeno delle polarizzazioni aggressive), la ricerca di un’armonizzazione dei saperi e di un punto di vista unitario non è impresa vana ma una sfida “in uscita” che necessita più che mai di essere colta dalla nostra Chiesa di oggi.

Festa dell’Adesione per l’Azione Cattolica
Lo scorso 8 dicembre, l’Azione Cattolica ha celebrato la Festa dell’Adesione nelle parrocchie. “Rinnovare l’iscrizione significa sottoscrivere un patto di amicizia con la propria comunità. Significa dire: Io ci sono, non sono un battitore libero, ma scelgo di camminare insieme ad altri”.
di redazione@notiziecarpi.it 
Pubblicato il 19 Dicembre, 2025
Lo scorso 8 dicembre, l’Azione Cattolica ha celebrato la Festa dell’Adesione nelle parrocchie. “Rinnovare l’iscrizione significa sottoscrivere un patt...
Buona missione don Luca e “masi cho” (grazie di cuore)
Don Luca Baraldi è partito per raggiungere la Diocesi di Mackenzie-Fort Smith nei Territori del Nord Ovest in Canada per una seconda esperienza come sacerdote fidei donum
di redazione@notiziecarpi.it 
Pubblicato il 19 Dicembre, 2025
Don Luca Baraldi è partito per raggiungere la Diocesi di Mackenzie-Fort Smith nei Territori del Nord Ovest in Canada per una seconda esperienza come s...
La dignità dell’anziano
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
di Giacomo Sforzi 
Pubblicato il 19 Dicembre, 2025
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon