L’aborto visto da Michelle e Santa Teresa
Dopo la sentenza della Corte Suprema statunitense riguardo alla revoca del diritto costituzionale all’aborto, diverse sono state le reazioni in tutto il mondo. Questo era prevedibile ma, oggi come non mai, ci si augura che chi affronta tematiche di questa portata possa offrire un contradittorio degno del significato che la parola assume.
Purtroppo, questo rimane una vera e propria utopia, lasciando spazio al vuoto totale di ogni nobile attività intellettiva e spirituale umana. Scelgo un esempio tra i tanti, che rispecchia benissimo le molteplici voci contrarie al provvedimento. Michelle Obama scrive: “Attaccata la libertà degli americani… Ho il cuore spezzato per gli americani che hanno perso il diritto fondamentale di assumere decisioni informate in merito al loro corpo… decisione orribile da parte della Corte Suprema sull’aborto che avrà delle conseguenze devastanti”.
Michelle è madre e proprio lei, dopo un aborto spontaneo si sente “sola e persa”, così dichiara in una sua biografia, tanto da ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita per avere due figlie. Come fa una donna con una forte propensione alla maternità ad essere così accanita contro chi cerca di limitare il ricorso alle tecniche abortive? Abortire farebbe parte delle libertà che gli americani vogliono pretendere di possedere?… ma da quando la libertà annovera la facoltà di togliere la vita ad un altro essere umano?
Inoltre, dichiara la sua amarezza e il suo dolore per questa negazione ad un diritto, a detta sua, fondamentale. I diritti fondamentali dell’uomo sono ben altri e non annoverano al loro interno questo specifi co diritto. Fa male quando una paladina della difesa dei diritti umani, della intolleranza razziale, della xenofobia non utilizza altrettanta forza per difendere esseri umani alla mercè delle decisioni altrui, vittime di questi fantomatici diritti che la Corte Suprema non riconosce più.
Conclude il suo intervento accorato sentenziando che la mancata possibilità di abortire avrà conseguenze devastanti; piuttosto ascolti una santa come Teresa di Calcutta che, a differenza sua, riconosce proprio nell’aborto la tragedia più devastante del nostro pianeta: “L’aborto è il più grande distruttore della pace perché, se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io uccida te e tu uccida me? Non c’è più nessun ostacolo”. (S. Teresa di Calcutta).