Festival della Migrazione, “liberi di partire, liberi di restare”
Dal 25 al 28 ottobre ottava edizione della rassegna promossa da Fondazione Migrantes, Porta Aperta, Unimore e Crid. Gli appuntamenti a Carpi. Da Modena e provincia si andrà anche a Bologna, Ferrara, Rovigo e Fidenza
Il Festival della Migrazione si allarga. Dal 25 al 28 ottobre la rassegna promossa da Fondazione Migrantes, Porta aperta, Unimore e Crid (Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità Dip. di Giurisprudenza Univ. di Modena e Reggio Emilia) si snoderà nelle sedi di Modena, Carpi e della provincia, anche a Bologna, Ferrara, Fidenza e Rovigo.
“Liberi di partire, liberi di restare” è il titolo dell’evento giunto all’ottava edizione, che anche quest’anno si propone di promuovere un confronto approfondito e non ideologico su un fenomeno complesso come quello delle migrazioni: l’obiettivo degli organizzatori è infatti quello di rappresentare le diversità, le sfumature e l’esperienza soggettiva della migrazione, andando oltre i luoghi comuni e la retorica che troppo spesso riduce i migranti e il fenomeno stesso a categorie semplicistiche.
Il presidente di Fondazione Migrantes della Cei, mons. Gian Carlo Perego, spiega: “Il Festival della Migrazione quest’anno affronta un diritto fondamentale: il diritto di migrare e di rimanere nella propria terra. È un diritto che salvaguardia la libertà delle persone e delle famiglie, spesso misconosciuta, negata, ostacolata. È una libertà da favorire attraverso politiche che favoriscono la libera circolazione, l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, il ritorno in patria, la cooperazione allo sviluppo. Il Festival diventa occasione fondamentale di incontro, riflessione e proposta”. Fa eco Edoardo Patriarca, portavoce dell’iniziativa: “Quello legato alle migrazioni è un fenomeno epocale. Alla fine del 2022, stando ai dati Onu, 281 milioni di persone vivevano fuori dalla propria terra d’origine; 110 milioni di migranti forzati, in fuga non solo da guerre e persecuzioni, ma anche a causa di mutamenti climatici, siccità e miseria. La paura generata dall’altro va compresa e affrontata, non trasformata in programma elettorale. Si parla di vere e proprie tragedie, se si considera che negli ultimi dieci anni il Mediterraneo ha registrato naufragi che hanno causato almeno 28mila morti, oltre 22.300 dei quali lungo la rotta centrale. Tutti questi aspetti verranno approfonditi all’interno del Festival, il cui tema richiama un passo del messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato”.
Gli appuntamenti a Carpi
Mercoledì 25 ottobre, alle 19.30, al Cinema Corso, proiezione del film “Io capitano” di Matteo Garrone. Al termine della pellicola, l’assessore ai Servizi Sociali e all’Immigrazione Tamara Calzolari introduce una tavola rotonda con Giuliano Albarani, presidente della Fondazione San Carlo di Modena, Daniela Cani dell’Area Tutela minori delle Terre d’Argine, e alcune testimonianze locali.
Venerdì 27 ottobre, alle 9, al Cinema Corso viene nuovamente proposto “Io capitano”, questa volta in una proiezione riservata alle classi dell’Istituto superiore “Meucci”, con un intervento di Maurizio Maio. La rassegna si sposta poi in sala Duomo alle 16.30, con la sessione “Senza sviluppo, non c’è libertà di restare”, promossa da Focsiv, in collaborazione con Aoi (Associazione delle Ong Italiane) e il patrocinio di Coonger (Coordinamento delle Ong e delle associazioni di solidarietà internazionale Emilia Romagna), e gli interventi di Edoardo Patriarca, portavoce del Festival della Migrazione, del sindaco di Carpi Alberto Bellelli, della presidente Aoi Silvia Stilli, del presidente di Progettomondo Mario Mancini, della direttrice di Cefa e Conger Alice Fanti e del responsabile dell’area Relazioni internazionali, Sicurezza e Protezione Civile Anci Antonio Regonesi. A seguire, alle 18.30, la sessione curata dalla Consulta per l’integrazione dell’Unione Terre d’Argine “Nuovi cittadini: un futuro sempre più interculturale” cerca di approfondire il tema dell’integrazione a partire da alcune domande: la diversità è un vantaggio o un fardello per le nostre città? Esistono strategie di sviluppo urbano che utilizzino un approccio interculturale attento alla diversità? La questione è dibattuta dal professor Bruno Ciancio, consulente ed esperto di approcci interculturali, Ermir Lushnjari, fondatore dell’app Caj Mali, e Dario Costi, professore di Progettazione architettonica presso l’Università di Parma.
L’ultimo appuntamento di venerdì 27 ottobre – alle 21 in sala Duomo – prende spunto dall’appello della XXII edizione della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico “Custodire il creato costruendo la pace” e vede confrontarsi Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia) e Brunetto Salvarani, docente di Teologia del dialogo presso la Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna.
Programma completo su https://www.festivalmigrazione.it/
Il Festival della Migrazione è promosso da Fondazione Migrantes, da Porta Aperta come capofila di una cinquantina di organizzazioni, dall’Università di Modena e Reggio Emilia e il Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e Vulnerabilità, con il patrocinio e il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Acri, comuni di Modena, Carpi, Spilamberto, Fiorano, Formigine, Maranello e Soliera, inoltre del patrocinio di Università di Ferrara, Università di Camerino, Università di Perugia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università per gli Stranieri di Siena, gode inoltre del sostegno di Fondazione di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Csv Terre Estensi e di Fondazione Collegio San Carlo e del contributo di Bper Banca e Menù.