Uccidere…
Etica della vita
Pubblicato il Aprile 3, 2024

Uccidere… ed essere quasi assolto

Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon

Il 1° febbraio 2024, a Modena, si è letta una sentenza che ha fatto veramente scalpore: un uomo anziano di Vignola, Franco Cioni, è stato condannato a soli sei anni e due mesi di reclusione per l’omicidio di sua moglie Laura. Il fatto, senza contestualizzarlo, suona veramente eclatante e assurdo, però, per comprenderlo fino in fondo, dobbiamo cercare di capire la storia. Franco è un uomo che ha vissuto una vita assieme alla moglie e, negli ultimi anni, questa intraprende una strada di terminalità causata da una grave malattia. Suo marito non si tira indietro, le sta vicino, l’accudisce e non le fa mancare nulla.

Per anni Franco si prodiga nell’assistenza alla sua dolce metà. E’ il carico interiore ad essere eccessivo e straordinario, è lo stato emozionale che diventa sempre più un macigno ingombrante fi no a spingerlo a fare un gesto così estremo, perché gli diventa insopportabile la vista della sofferenza di una persona cara, della sua amata moglie. La Corte lo comprende, riconoscendo all’anziano l’attenuante dei motivi morali e sociali, condannandolo ad una pena irrisoria rispetto all’azione compiuta.

Certamente nulla giustifica la gravità del togliere la vita ad una persona ma certamente il contesto sociale, relazionale ed affettivo, ci offre la giusta luce per giudicare quest’atto estremo. Bisogna solo provare a trovarsi in una situazione del genere per comprendere lo stillicidio quotidiano che devasta una persona nel vedere colei che ha condiviso una vita spegnersi tra sofferenza e solitudine.

È per questo che, ancora una volta, un approccio di cure palliative, senza ombra di dubbio anche palliative precoci, avrebbe scongiurato un epilogo così devastante ma anche, per alcuni versi, comprensibile. Viene da sé che, se si comprende un omicidio, in questo contesto, agito attraverso l’azione di un cuscino sulla bocca e sul naso, allora, a maggior ragione, non possiamo non prenderci carico dell’altrettanta complessa modalità del suicidio medicalmente assistito che deve essere ulteriormente approfondito e discusso.

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