Comunità in lutto per la morte di Vittorio Reggiani
Impegnato in politica, nell'associazionismo e legato alle comunità educative del Gruppo Ceis, membro della comunità di famiglie Venite alla festa e socio della coop. sociale Eorté, Gas La festa e associazione Libera
Vittorio Reggiani
Politica modenese in lutto per la scomparsa prematura di Vittorio Reggiani, da ormai sei anni consigliere comunale per il Partito Democratico. Il 56ennne si è spento nelle scorse ore a seguito di una grave malattia.
Sposato e padre di quattro figli, Reggiani ha lavorato prima come giornalista, poi in diversi istituti legati alla gestione di alloggi, per poi ricoprire incarichi nelle partecipate Sassuolo Gestioni Patrimoniali (SGP) e Acer Modena, quest’ultimo lavoro che lo vedeva Funzionario responsabile dell’Ufficio Condomini.
Impegnato nell’associazionismo e legato alle comunità educative del Gruppo Ceis, era stato anche presidente della Cooperativa Sociale Oltremare, che si occupa di commercio equo-solidale. Era membro della comunità di famiglie Venite alla festa e socio di Banca etica, cooperativa sociale Eorté, Gas La festa e associazione Libera.
Nel 2019 aveva iniziato la sua esperienza politica con il Partito Democratico grazie all’elezione in Consiglio Comunale a Modena. Ruolo che aveva visto confermato anche con il voto dello scorso anno, venendo rieletto tra i banchi del Pd e ottenendo l’incarico di Presidente della Commissione Servizi.
Lutto per l’Amministrazione
“La morte del consigliere Vittorio Reggiani ci strazia – ha commentato il sindaco Massimo Mezzetti a nome di tutta la Giunta comunale – Ci lascia un collega che ha esercitato con passione e capacità il suo ruolo di eletto. Sono senza parole al pensiero di non vederlo più sui banchi del Consiglio ed esprimo le mie più sentite condoglianze ai familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene”.
Parole, quelle del sindaco, a cui si uniscono quelle del presidente del Consiglio comunale Antonio Carpentieri che, facendosi portavoce di tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione, ha commentato: “Grande rammarico per la perdita di un uomo che per tanti anni ha servito la comunità, anche nel suo servizio come consigliere e come presidente di commissione. Vittorio ha sempre pensato come prima cosa al bene comune, lavorando con abnegazione per trovare soluzioni ai problemi, andando oltre le appartenenze. A nome di tutto il Consiglio, esprimo un sincero ringraziamento a lui e il cordoglio alla sua famiglia”.
Il ricordo del Pd
“Esprimiamo il profondo cordoglio di tutta la comunità modenese del Partito Democratico e del gruppo consiliare, e rivolgiamo le condoglianze a familiari, amici e compagni che hanno condiviso con lui l’impegno e la passione per il volontariato e la politica”: queste le parole dei segretari del Pd provinciale e cittadino Stefano Vaccari e Federica Venturelli, e del capogruppo in consiglio comunale Diego Lenzini, alla notizia della prematura scomparsa di Vittorio Reggiani.
“Vittorio è stato per noi un amico, un compagno di viaggio col quale abbiamo condiviso l’impegno per Modena, città che amava profondamente, e per il bene delle persone. Vittorio, nel suo percorso personale, professionale e politico, ha sempre lavorato per aiutare e sostenere le persone più fragili. Ricordiamo il suo grande impegno sui temi a lui più cari, sul fronte dell’affido, del diritto alla casa e della cooperazione internazionale, che lo ha portato a essere uno tra i fondatori del commercio equo e solidale a Modena. La sua passione e carica etica mancheranno a tutti noi, ma continueremo a impegnarci per i temi dei quali si è sempre fatto promotore”.
“Vittorio ci mancherà profondamente, e il dolore che la comunità democratica prova in questo momento è indescrivibile. Aver potuto lavorare, condividere la passione per il bene della comunità, imparare dalla sua bontà e dedizione verso il prossimo, è stato il più grande dono che potesse farci. Buon viaggio, Vitto”.
Dall’omelia di Padre Giuliano Stenico
“L’immagine suggestiva della casa edificata sulla roccia, richiama immediatamente a me i fondamenti della personalità e della vita che Vittorio ha costruito nella sua crescita e maturazione personale anche in questa parrocchia, e ha continuato a edificare sempre insieme a Francesca, con grande sintonia e condivisione. Mette in evidenza la chiarezza delle sue mutuazioni, l’intensità e la bellezza dei suoi sentimenti, la linearità coerente delle sue scelte, dei suoi atteggiamenti, la passione è l’abilità ad elaborare e realizzare progetti di aiuto per le persone, soprattutto per chi si trovava ad affrontare difficoltà, senza distinzione di età o di provenienze. Ma darebbe luogo a un fraintendimento se pensassimo a una solidità autosufficiente, costruita senza incontrare e lasciarsi incontrare. Al contrario, Vittorio è stato l’uomo dell’incontro. Incontri generativi, moltiplicatori di potenzialità e di impegno, capace di mobilitare comunque energie di bene.
Il tutto senza imporsi o esternando un fare consapevolmente serioso, mai con supponenza, ma trasmettendo leggerezza. Sapeva sorridere anche nei momenti più critici e manteneva un senso dello humor, sempre rispettoso delle persone, che ridava agli eventi le giuste proporzioni e sapevano intravedere una via d’uscita. La passione e il tifo per la squadra del cuore, è una delle espressioni simpatiche di questo approccio reale.
Una casa interiore la sua, dalle porte aperte com’è l’immagine della Gerusalemme Celeste, cioè l’umanità secondo il cuore di Dio evocata dall’Apocalisse (…). Un’idea di umanità e di casa che ha sempre ispirato Francesca e Vittorio e che condivido, dove la sicurezza coincide con l’apertura. Ma da che cosa deriva una solidità così intensa? Il testo di Matteo è molto chiaro: ‘Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia’. Dunque, il basamento è la parola che di natura sua è qualcosa di fluido, di circolare, non di statico. Che solo un ascolto attento e disponibile al cambiamento, all’innovazione può edificare e di volta in volta riadattare. Ascoltare allora che cos’è? È permettere alla parola del Signore di sollecitare la nostra sensibilità, di guardare l’altro e di rapportarsi con l’altro con la stessa propensione, con la stessa empatia, con la stessa accoglienza, con la stessa comprensione ed ospitalità.
La santità di Gesù è infatti è definita proprio così: è una santità ‘ospitale’, perché ho ospitato tutti, senza alcuna distinzione. Un atteggiamento di cui oggi noi abbiamo più bisogno che mai. (…) Dunque, l’ascolto, la contemplazione, non è separabile dall’azione, cioè da lasciarci plasmare da Gesù, per essere impastati di lui, lievitati da lui, per vestirci dei suoi stessi sentimenti (…). Questa era l’impostazione di fede di Vittorio che condivido molto: non una fede proclamata all’esterno, ma che parlava a noi di come lui era. Per lui, la fede non era una sovrastruttura da esibire o affermare, ma coincideva col suo essere persona, con le sue modalità di incontrare l’altro. (…).
San Paolo afferma con chiarezza che tre sono le cose importanti per un credente: la fede, la speranza e la carità, ma dice che più grande di tutte è la carità, che la morte non può interrompere. Ed è la carità, l’amore ricevuto e dato a Vittorio, che ci unisce per sempre a lui. Una relazione che niente può spezzare. La Risurrezione coincide proprio con questo amore che la morte non può interrompere, ma solo purificare ed esaltare. Così saremo sempre insieme. Per questo esprimo a Vittorio tutto il mio grazie per quello che ha rappresentato, per quello che rappresenta e quello che rappresenterà per me nel mio cammino futuro.
Il ricordo dell’associazione Venite alla Festa
Questi sono i pensieri, le emozioni, le suggestioni che, come famiglie del Venite alla Festa, abbiamo raccolto per raccontarvi il nostro Vittorio, che insieme a Francesca e alla loro famiglia fanno parte della nostra comunità da oltre vent’anni.
Vitto che scrive, che crea con le parole, che giocando con le parole dà un nome alle cose, ai sentimenti alle situazioni. Coniando nuove connessioni riesce ad espri-mere il sentire e a trasformarlo quasi in immagini. E poi tutto questo diventa linguaggio comune e condiviso. Vitto che crea e anima occasioni di festa, vacanza e soprattutto di gioco, con l’idea che tutto passa dalle relazioni significative, profonde ma con leggerezza. Quella leggerezza che gli ha permesso di avvicinare molti dei nostri figli perché non sentivano distanza e soprattutto sentivano che era autentico.
Una fine intelligenza unita ad un cuore grande e al desiderio di vedere un mondo più giusto. Capace di consolare, e rimandare un senso di speranza. Credere senza vedere tutto subito. Un padre buono capace di rimanere critico e accogliente. La lucina che non si è mai spenta anche nei momenti più scuri. Una chiacchierata che dona ristoro.
Vitto che con tutti questi suoi doni sempre messi al servizio è sempre stato una presenza significativa, importante, grande, fino alla fine per come ci ha mostrato si possa affrontare l’inaff rontabile. Inversamente proporzionale con il suo fisico, direttamente proporzionale con il volume della sua voce!
Sentiamo già la mancanza di Vitto: stiamo vivendo una sensazione di vuoto che ci fa paura. Ma come ci insegna la fisica, la materia è piena di vuoti e in questa pienezza ci sono i frutti dello Spirito Santo che Vitto stesso ci dona, in particolare la mitezza, la purezza, la fedeltà e la capacità di condividere e di far sentire l’altro importante in ciascun incontro. Un vero e proprio pacificatore. E allora ti promettiamo che, come tante volte ci hai invitato a fare insieme a Francesca, nella vostra casa sempre accogliente, noi continueremo a giocare!
E adesso ti chiediamo un ultimo favore: abbraccia Davide anche da parte nostra e insieme continuate a camminare con noi.
Ciao Vittogol