81°
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Pubblicato il Giugno 22, 2025

81° dell’assassinio di Leopoldo Gasparotto, “partigiano e alpinista”

Domenica 22 giugno, al Campo di Fossoli, si commemorano gli 81 anni dell’assassinio di Leopoldo Gasparotto, “partigiano e alpinista”. Alle 21, l’evento dal titolo “In alto i cuori”, promosso dalla Fondazione Fossoli, con gli interventi della storica Francesca Baldini, le letture di Simone Maretti dal “Diario di Fossoli” di Gasparotto e i canti del Coro del CAI di Carpi

di Virginia Panzani

 

Leopoldo Gasparotto

 

Il 22 giugno 1944, Leopoldo Gasparotto, avvocato, alpinista provetto, importante membro del Partito d’Azione e partigiano con un ruolo centrale nelle Brigate Giustizia e Libertà in Lombardia, veniva prelevato dalla sua baracca al Campo di Fossoli, nel quale era internato dal 27 aprile dello stesso anno, e barbaramente assassinato nella campagna tra Fossoli e Carpi (via dei Grilli).

Domenica 22 giugno, alle 21, presso il Campo di Fossoli (nel prato adiacente alla baracca ricostruita, o, in caso di maltempo, all’interno della stessa) si terrà l’evento dal titolo “In alto i cuori”, promosso dalla Fondazione Fossoli, con gli interventi della storica Francesca Baldini, autrice di “Fossoli e la Resistenza Lombarda”, le letture di Simone Maretti dal “Diario di Fossoli” di Gasparotto, e i canti del Coro del CAI (Club Alpino Italiano) di Carpi. L’evento è a partecipazione gratuita.

La commemorazione di Gasparotto precede di pochi giorni quella che ricorda la strage del Poligono di Tiro di Cibeno, che avvenne il 12 luglio del 1944, e nella quale trovarono la morte 67 internati politici del Campo di Fossoli, tra i quali molti compagni di Gasparotto.

 

Profilo biografico sintetico

Leopoldo Gasparotto (Milano 1902 – Fossoli 1944) nasce in una famiglia guidata da ideali risorgimentali e mazziniani. Il padre, l’avvocato Luigi Gasparotto, è deputato e ministro dell’Italia liberale; “Poldo” ne segue le orme professionali e dopo la laurea in giurisprudenza lavora nello studio di famiglia. All’attività forense, il giovane Leopoldo affianca la passione per la montagna, che lo porta a compiere ardite imprese alpinistiche, in Italia e sul Caucaso. Già prima della capitolazione dell’8 settembre 1943 è riconosciuto quale importante esponente del movimento azionista; dopo l’occupazione nazista assume un ruolo centrale nel comando delle Brigate Giustizia e Libertà, partecipando anche alle riunioni del CLN di Milano in qualità di collaboratore di Ferruccio Parri. Catturato in seguito a delazione, è dapprima internato al carcere di San Vittore dal dicembre 1943 all’aprile del 1944, dove subisce torture che, tuttavia, non lo porteranno a svelare i nomi dei compagni. Trasferito al Campo di Fossoli il 27 aprile 1944, diventa presto punto di riferimento per i suoi compagni di prigionia. Il 22 giugno 1944 è prelevato dalla sua baracca e barbaramente assassinato nella campagna tra Fossoli e Carpi. Sospettando il peggio, poco prima di essere ucciso consegna il suo diario al compagno fidato Ferdinando Brenna, fucilato insieme ad altri 66 prigionieri politici nella strage del poligono di tiro di Cibeno, il successivo 12 luglio.

A Leopoldo Gasparotto è stata assegnatala Medaglia d’oro al valor militare alla memoria per il ruolo e l’impegno profusi nel movimento resistenziale, con la seguente motivazione: “Avversario da antica data del regime fascista, già prima dell’armistizio dell’8 settembre 1943 organizzava il movimento partigiano nella Lombardia. Nominato successivamente comandante militare delle formazioni lombarde «Giustizia e Libertà», dava impulso all’iniziativa, esempio a tutti per freddo e sereno coraggio, dimostrato nei momenti più difficili della lotta. Caduto in agguato tesogli per vile delazione, sopportava il carcere di San Vittore subendo con superbo stoicismo le più atroci sevizie, che non valsero a strappargli alcuna rivelazione. Trasportato nel campo di concentramento di Fossoli per essere deportato in Germania, proseguiva imperterrito a lottare per la causa e tentava di organizzare la fuga e l’attacco ad una tradotta tedesca per salvare i deportati avviati al freddo esilio e alla lenta morte. Sospettato per la sua nobile attività, veniva vilmente trucidato dalla ferocia nazista”.

 

Cippo in memoria di Leopoldo Gasparotto in via dei Grilli (foto archivio Notizie)

 

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