Vocabolario
Etica della vita
Pubblicato il Ottobre 9, 2024

Vocabolario vaticano del fine vita

Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon

L’Accademia Pontificia per la Vita ha pubblicato un breve libretto dal titolo “ piccolo lessico del fine-vita”. L’intento di quest’opera è sato di chiarire il significato di quei termini che si usano quando si parla del fine vita di una persona. Questa è un’opera lodevole in quanto spesso si usano i termini in modo improprio o si danno significati differenti o si intende, attraverso un termine, una procedura o una scelta che in realtà è totalmente o in parte diversa. Queste incomprensioni si riscontrano sia nelle chiacchiere da bar come anche in ambiente scientifico, quindi, è utilissimo dare una interpretazione univoca ai termini utilizzati. Ovviamente, l’intenzione dell’Accademia Pontificia è stato anche quello di sottolineare anche l’aspetto personalista delle questioni trattate che è la prospettiva etico-filosofica della bioetica che fa riferimento ad una antropologia cristiana.

A mio avviso l’opera è ben fatta, comprensibile e ricalca, in buona sostanza, un orientamento etico generale insegnato e vissuto anche nei nostri ospedali o al letto del paziente, al di là della specifica sensibilità cristiana. L’introduzione è del cardinale Vincenzo Paglia e, in alcune cose, non mi trova pienamente in sintonia. Per esempio, cita il dialogo come percorso di approfondimento nell’incontro tra diverse prospettive morali; questo è sicuramente arricchente ma solo dal punto di vista speculativo, quando si va a letto del paziente occorre comprendere qual è il bene e mettere in campo quelle strategie per avvicinarsi il più possibile a quel bene: non c’è il tempo per disquisire sul bene in sé, inoltre, in una prospettiva cristiana, il bene non può che essere ciò che è in armonia con la verità. Continuando, monsignor Paglia scrive chiaramente che la verità cristiana è una tra le verità, però, qui occorrerebbe sapere da che parte sta il documento, se è uno strumento di confronto o è una visione chiara dell’etica cristiana. Ambigua è anche la frase che “ tra credenti e non credenti si stabilisce una relazione di apprendimento reciproco…” anche qui il concetto è bello e poetico ma devia da una chiarezza che dal punto di vista più pratico e clinico che teorico deve necessariamente esserci. Sostanzialmente, comunque sia, reputo questo documento estremamente importante e chiarificatore di diversi significati che devono essere ben compresi per parlare e fare, con cognizione di causa, nell’ambito del fine vita delle persone.

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